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Buon pomeriggio! Con gran ritardo e in attesa del weekend condivido anch’io la mia #piladilibriviolaeblu per la #challenge di @sololibrisery ! Ispirata da @michelonidebora ne ho raccolti alcuni, tra letti e da leggere, dagli scaffali più raggiungibili della libreria:

📖Pino Imperatore, con tanto affetto ti ammazzerò;

📘 Maurizio De Giovanni, l’equazione del cuore;

📚 Marco Malvaldi, Milioni di milioni;

📖 Alessia Gazzola, Arabesque;

📚Alessia Gazzola, Un segreto non è per sempre.

Di questa piccola pila, per ora, ho letto solo i romanzi di @_alessiagazzola_ 😍, gli altri sono ancora in attesa del loro turno ♥️. #unlibroinborsa #leggere #booklover #leggiAmo #bookshelf #booksbooksbooks #librisulibri #letture #bookchallenge #libridaleggere #libreria #mondadori #sellerioeditore #sellerio #tealibri #alessiaGazzola #marcomalvaldi #mauriziodegiovanni #pinoimperatore

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Scaffali moooolto rilassanti

Scaffali moooolto rilassanti, colorati e con un tocco (anzi tre) lievemente vintage (Heyer ♥️): uno scorcio di letture e storie ancora da esplorare e gustare! Libreria a parte è un momento un po’ frenetico e dedico il prezioso tempo ricavato per la lettura a libri rilassanti, bucolici e un po’ primaverili, gialli e cosycrime (tanti di questi due) e con una spolverata di classici. Con scelte di letture rigorosamente a sentimento. Invece, questa sera vi mostro un angolino tutto relax e lievemente rosato di Non Letti, ecco qui:

Tre romanzi della Heyer che ancora mi mancano (recuperati tra bancarelle e una svendita della biblioteca): La ragazza chiamata Carità; Belinda e il duca; intrighi al castello in edizione Sperling; No

n è la fine del mondo di Alessia Gazzola (perché una Gazzy di scorta bisogna sempre averla: già letta o ancora da scoprire); La

regina della casa di Sophie Kinsella che sembra un giusto equilibrio e che non leggo da secoli. (Sì, ignorate il caos che si intravede e incombe sulla sinistra, come le mie scadenze)

#unlibroinborsa #librisulibri #bookshelves #booksbooksbooks #libreria #booklover #lettureprimaverili #alessiaGazzola #georgetteheyer #sophiekinsella #Mondadori #mondandorieditore #feltrinelli #feltrinellieditore #sperlingkupfer

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Due tra le (belle) letture degli ultimi mesi:

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Elizabeth Gaskell per il GdL #classicinsordina

All’ultimo momento di Elizabeth Gaskell di Croce Edizioni:

Ecco una lettura recente, gustata in compagnia del gruppo di lettura #classicinsordina di @giorgia_librintempesta, che è sempre una buona occasione per tornare insieme ad altri lettori tra le pagine dei classici, magari meno noti, e confrontarsi. Qu

Per questa occasione ho attinto al mio scaffale di libri in attesa di lettura, con una Gaskell davvero gustosa e che mi aspettava da un po’ di tempo.

Trama:

All’ultimo momento di Elizabeth Gaskell, Croce Editore, è un testo abbastanza breve e che si legge agevolmente, scorrevole, piacevole e molto attuale. Una narrazione che unisce la profondità di indagine psicologica dei personaggi da parte della Gaskell a un tocco di mistero, prendendo elementi dalle crime story allora in diffusione.

Margaret è una giovane donna che, a dispetto dei timori degli zii suoi precedenti tutori, accetta la proposta di matrimonio di James Brown, giovane e promettente medico a inizio attività, di cui ricambia l’amore.

La donna respinge le obiezioni sulla conoscenza ancora iniziale con l’uomo, sulla professione non del tutto avviata e sul fatto che di lui sappia solo che ha perso la madre prima di iniziare l’università e poco altro. Margaret non sente ragioni e, forte del loro affetto e della stima per il novello marito lo sposa e segue a Londra. Qui è lei che gestisce la loro piccola casa, con quei piccoli sacrifici che l’avvio della carriera impone loro, senza avvertirne il peso. Ma James ne è, invece, assai rattristato e fa di tutto perché lei sia felice pur ottenendo di impensierirla quando le appare di umore più cupo. Tutto ciò nonostante la donna non dia peso alle ristrettezze e cerchi di distogliere l’uomo da queste preoccupazioni.

E, proprio quando la vita familiare inizia ad avere una sua routine, e il giovane dottore è sempre più apprezzato un’oscura ombra si allarga sulla loro casa.

Tutto parte da una strana sparizione: la coppia si dovrà domandare se davvero conosce coloro che gli sono accanto e, forse, anche molto molto vicino.

Qualche anticipazione… (che potete saltare se temete “spoiler”)

E nelle vicende che travolgono la coppia sarà proprio la giovane Margaret a essere la figura stabile e ferma a cui lo stesso James si appoggerà, lei porta avanti la ragionevolezza e la moralità, l’attenzione e la sensibilità senza fermarsi alle banali apparenze e mostrando di essersi già saputa staccare dal pregiudizio riconoscendo il vero valore del promesso sposo. Dalla figura di Margaret si genera un nuovo inizio, non schiavo di pregiudizi ma attento alla realtà e al riscatto.

Una bellissima lettura:

Una storia che mescola molti elementi interessanti, ci consegna una protagonista decisa, coraggiosa e innamorata. Una donna fedele ai suoi ideali morali e capace di essere guida e sostegno per chi le è accanto, pur senza dimenticare di essere a sua volta giovane. E un racconto con uno sguardo aperto al futuro (lieto) e al riscatto.

Ho trovato, come sempre, l’edizione Croce davvero bella, curata e con un interessantissimo saggio introduttivo dettagliato che ci guida a scoprire tanti aspetti dell’opera della Gaskell e di questo scritto. (Naturalmente, come al solito introduzione che nella mia stravaganza leggo dopo per non anticiparmi dettagli della trama 😅).

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Cozy crime per tutti i gusti…

Hotel Discordia di Sara Petrolini

Torno, districandomi tra famiglia e lavori arretrati, per raccontare finalmente una delle belle letture che hanno allietato le mie ore e le mie pause.

Dopo la scoperta, quasi un anno fa, di La verità è figlia del tempo di Sara Petrolini speravo in una sua nuova storia e fresca uscita, tanto più che il primo romanzo giallo che ha pubblicato (L’uomo nella foto) è, purtroppo, fuori stampa da un po’ (ma aspettiamo fiduciose una ristampa:)). Per questa ragione, sono stata davvero lieta della sua nuova storia edita da Segreti in giallo e dal titolo Hotel discordia.

Ho avuto il piacere di leggere Hotel discordia nei giorni scorsi, giusto grazie a Sara, che ho conosciuto condividendo e parlando di bei libri proprio tramite instagram, e ne sono rimasta molto colpita.

In queste nuove pagine non incontriamo Teresa, la sua archeologa attratta dalle indagini, ma una serie di nuovi personaggi guidati da Alice e Guglielmo Finzi: divertenti, ironici, bizzarri e, naturalmente, pure in tal caso coinvolti nella soluzione di un delitto.

Un po’ di trama:

Guglielmo Finzi, professore precario di greco e latino, ha ricevuto un’eredità da parte di una zia: un vecchio hotel, un tempo di un certo fascino, ormai piuttosto malandato e chiuso da anni. Cosa farne? L’uomo, pacifico e digiuno di questioni economiche e alberghiere chiede il parere e l’aiuto della sorella Alice, manager e assai meno pacata del fratello.

Alice coinvolge subito il fratello in un avventuroso sopralluogo nell’edificio, che sorge in una zona tranquilla e piacevole ma ormai con poca attrattiva turistica. Mentre i due esplorano la proprietà la donna ha un’illuminazione che prende spunto dal proprio carattere vivace: aprire sì un hotel ma che sia un luogo dove esprimere tutta la propria personalità e quindi pure la propria rabbia, emozione che talvolta lei stessa vorebbe esternare in modo sano. Un luogo dove incoraggiare i conflitti ma rigorosamente contenuti entro dati limiti, stabiliti da un contratto, e con un accompagnamento.

In poco Alice persuade Guglielmo, e così parte l’esperienza dell’Hotel discordia, per cui i due mettono insieme uno staff particolare. Naturalmente gli ospiti sono guidati nel percorso da uno psicologo, amico dei Finzi, che programma le attività e segue l’espressione delle emozioni represse. All’albergo si creeranno poi attività varie e inerenti e, soprattutto, camere a tema.

Una soluzione che, se nelle prime giornate, sembrava quanto mai assurda a Guglielmo, in poco tempo diviene quasi rassicurante e ben organizzata, oltre al fatto che le prenotazioni iniziano ad avere un buon andamento. L’albergo ha un suo staff e un’offerta che si fa sempre più personalizzata.

Una mattina, però, un delitto sconvolge la routine dell’hotel: una delle clienti viene trovata morta. All’arrivo della polizia partono le indagini, guidate dal commissario Russelli. Alice e Guglielmo collaborano subito con l’uomo non sono solo turbati per l’evento, ma sperano anche in delle indagini attente e veloci, in modo che l’attività appena avviata con gran impegno non naufraghi miseramente dopo pochi mesi.

Ma, effettivamente, come si renderà conto il commissario Russelli, l’idea di Alice, pur assai bizzarra ha il suo fascino oltre a fornire un nutrito numero di sospettati tra gli ospiti e, forse, pure tra lo staff.

Così Alice e Gugliemo inizieranno a chiedersi chi possa essere il colpevole, indagando e domandandosi chi abbia veri motivi di risentimento, cercando di capire chi, in un simile contesto, simuli conflittualità, chi la nasconda e se dietro le apparenze si nasconda anche molto altro.

I due fratelli, con Russelli, si troveranno a scoprire che potrebbero esserci molti più aspetti poco chiari e nascosti di quelli che pensavano di trovare tra i loro litigiosi ospiti.

Com’è stata la lettura:

Lo ammetto, l’idea iniziale dell’hotel mi aveva incuriosita molto e mi chiedevo come sarebbe stata la sua resa su carta e all’interno della trama.

Molto bene! L’autrice ha saputo sorprendermi annullando, poco alla volta, con la sua narrazione vivace le mie incertezze. Un po’ come Guglielmo!

Il progetto dei soggiorni proposti ha il suo fascino, un tocco di follia, forse, ma ben curato da Alice e da un iniziale recalcitrante Guglielmo e crea una cornice interessante in cui far muovere le indagini. ela ricerca del colpevole. Inoltre, la trama si completa con uno staff di collaboratori dell’hotel, variamente assortito e dalle possibili doppie vite, e di un gruppo di ospiti assai interessati e particolarmente adatti a creare un’ottimo nucleo di sospettati, sebbene in apparente (?) ricerca di tranquillità e di uno sfogo consentito.

Non mancano quindi personaggi che potrebbero nascondere più segreti di quanto si potrebbe pensare. Infatti, in più di un’occasione, l’apparenza inganna e le indagini ufficiali e “dilettanti” si intrecciano cercando un ordine, una ragione e un colpevole.

La scrittura scorre piacevolmente e invoglia a proseguire. Scorgiamo con partecipazione e curiosità la nascita dell’hotel, a partire dall’idea iniziale di Alice, i lavori, fino all’assunzione e la conoscenza dei collaboratori, con risvolti più ironici, e con l’inevitabile fascino di un hotel in una valle ridente.

Per me è stato facile affezionarmi ai protagonisti, alle loro bizzarre trovate (se vogliamo già il titolo e le prime pagine ce ne danno un saggio), e al fatto che Alice e Guglielmo siano – da bravi fratelli – l’opposto l’uno dell’altro, ma uniti. Il commissario, che guadagna l’incondizionata ammirazione di Guglielmo poiché è uno dei pochi al mondo che riesce a “placare” e zittire la sorella, equilibra bene il gruppo e si troverà, di fatto, a collaborare con i due proprietari. E Russeli dona, come Guglielmo, in parte, voce ai primi pensieri dei lettori più dubbiosi sul progetto di Alice: insomma l’uomo è combattuto tra l’indubbio fascino dell’iniziativa e la sensazione che sia quanto mai bizzarra e portatrice di ulteriori guai.

Penso che Hotel discordia sia il romanzo giusto se siete alla ricerca di un giallo, un testo adatto per una bella pausa di sano svago e relax, un cozy crime particolare e divertente per indagare tra le pagine in buona compagnia. Un libro che – chissà, io lo spero (ma sono di parte) – potrebbe gettare le basi per nuove avventure di Alice, Guglielmo e Russelli, magari in una nuova (o doppia?) versione dell’hotel, che sembra intravedersi nelle ultime righe… e di cui sarei curiosa di conoscere gli sviluppi, così come prosegue la storia di altri personaggi incontrati.

Ringrazio l’autrice per la copia digitale del romanzo.

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Un nuovo cosy crime tra le mie letture…

La cacciatrice di fantasmi di Maria Elisa Gualandris

Gli ultimi tempi mi hanno vista un po’ presa da impegni vari e scadenze e, di conseguenza, abbastanza assente da blog e pagina instagram, se non per qualche storia che mostrava le letture in corso o quelle appena terminate. E sono tante le letture belle di cui raccontare e che sono in arretrato!

Oggi, mentre questa domenica di ottobre scorre tra sole e qualche nuvola, ne approfitto per parlare di un bel libro che mi ha tenuto compagnia, ormai qualche tempo fa, e che ho scoperto grazie alla casa editrice More Stories.

E, non nego, che l’ambientazione lacustre del romanzo, sebbene la storia si collochi quasi a inizio estate, risulti adatta a questo strano autunno che è fatto di foglie dai colori caldi e giorni di sole e caldo (e mare) che hanno ancora un gusto estivo.

La trama in breve:

La cacciatrice di fantasmi è un giallo, un cosy crime, il terzo della serie scritta da Maria Elisa Gualandris che ha per protagonista la Benedetta Allegri aspirante giornalista che, finalmente, può svolgere il lavoro che ama in radio, occupandosi tutti i giorni, nella sua trasmissione, di indagini e cold case.

Ritroviamo la protagonista, già incontrata in Nelle tue ossa e Come il lago, che in queste pagine sarà coinvolta in una strana indagine, il tutto, proprio in un momento personale particolare, un po’ sospeso, in cui Benny sta riprendendo in mano la sua vita e il commissario Giuliani sembra allontanarsi. Ma ora, un nuovo caso irrisolto attira la sua curiosità.

E’ nel corso di una delle dirette del mattino che, un mistero dimenticato si presenta, quasi da solo, alla ragazza: non si fanno dediche in radio – è la regola – ma, sull’onda della nostalgia musicale di un estate degli anni ’90 la protagonista fa uno strappo alla consuetudine, passando una canzone degli 883. Dai microfoni della trasmissione domanda allora quali ricordi leghino Michele, l’ascoltatore che ha inviato la richiesta, a quel brano . La risposta dello stesso MIchele, che compare nel messaggio destinato alla radio, ha qualcosa di inquietante: nell’estate del 1993 è morto.

Dopo i primi dubbi, e proprio quando la curiosità di Benny prevale, le sue indagini non ufficiali nel passato prendono l’avvio e inizia la caccia ai fantasmi.

Chi è Michele? Quando e come è morto? E’ una storia del passato che riaffiora, una scomparsa, il ritorno e la ricerca nei ricordi di un’estate che ha lasciato dei segni sulla riva del lago, rompendo l’incanto di una stagione spensierata. Ed è un caso che chiede una soluzione da tempo, da troppo tempo, e se fosse Benedetta, guidata da questi sinistri messaggi, a trovarla?

Ecco delle nuove indagini in cui Benedetta si getta d’impeto e, certo, hanno tutte le caratteristiche per essere foriere di guai. In più si svolgono proprio quando il commissario Stefano Giuliani – che Benedetta ha già conosciuto – sembra intenzionato a riallacciare i rapporti, a suo modo, comparendo nella cittadina lacustre. E non solo, anche nell’esatto momento in cui l’amico Francesco rischia di perdere tutto, e l’amicizia della ragazza con lui e Viola sembra messa alla prova.

Ma Benny non si ferma e con nuovi e vecchi alleati e amici andrà alla ricerca della soluzione.

Com’è andata la mia lettura:

Sono stata molto contenta dell’occasione proposta da More Stories – che ringrazio di cuore – di aver conosciuto questa investigatrice, questa serie ed i suoi personaggi.

Il romanzo è un giallo che si legge davvero bene, scorrevole e interessante, mi ha incuriosita molto e non nego di essermi appassionata insieme a Benedetta alla ricerca della verità dopo tanto tempo, e alla sua indagine tra giornali, giornalisti, interviste, ricordi, qualche guaio, amici e compagni di investigazioni. Il tutto si svolge in un’atmosfera lacustre sospesa, gradevole e, a tratti, arricchita da alcune leggere pennellate di mistero che creano il giusto equilibrio per poi confluire in una soluzione.

Ho apprezzato la figura della protagonista, alla ricerca della propria strada nel mondo che la appassiona, attenta ed empatica, e capace allo stesso tempo di cacciarsi in qualche guaio, proprio per il suo entusiasmo e per portare a termine sua ricerca della verità. Ricerca che conduce con un pizzico di (sana) incoscienza e coinvolgendo amici e chi le sta accanto. In questo terzo romanzo poi trova una degna conclusione anche l’aspetto più sentimentale che si inserisce tra le ricerche della verità sul caso.

Nell’eventualità in cui non abbiate ancora recuperato i romanzi precedenti, sebbene io sia una sostenitrice dell’ordine delle serie, ammetto che la lettura può procedere comunque senza punti oscuri (i casi sono indipendenti e l’autrice ci fornisce le notizie necessarie per entrare in confidenza con Benedetta e gli altri).

Posso dire che è stata una lettura piacevole, un libro adatto a farci compagnia nei momenti in cui si cerca un po’ di svago con qualche indagine di carta, senza cadere in atmosfere inquietanti e che, chiusa l’ultima pagina, ho desiderato nuove letture della nostra cacciatrice di fantasmi o altri titoli dell’autrice.

Ringrazio la casa editrice per le copie digitali dei romanzi


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Recensione:

Una lettera da Monaco, Meg Lelvis

Dopo qualche tempo di assenza torno per raccontare una recente lettura assai significativa, in parte diversa da argomenti storicamente meno recenti o da trame gialle. Tuttavia, in un certo qual modo, abbiamo indagine e una narrazione che si muove tra passato e presente, oltre al fatto che l’autrice del libro di cui vi parlo ha creato un personaggio che ha reso protagonista, in altri volumi, anche di alcune indagini vere e proprie e storie poliziesche.

Oggi, infatti, voglio parlarvi di un intenso e bel romanzo edito da Vintage Editore, testo che ho avuto modo di conoscere in anteprima al Salone del Libro, e di cui ringrazio molto la casa editrice per la copia e il privilegio della lettura.


Si tratta del libro che inaugura la nuova collana Vintage War: Una lettera da Monaco di Meg Lelvis.
Il romanzo si muove tra la contemporaneità e, tramite lettere e racconti, gli anni della seconda guerra mondiale.


Ecco qualche anticipazione sulla trama


Jack Bailey è un ex poliziotto americano che conserva il ricordo doloroso di un padre, morto tempo fa, che non è affatto quello che vorrebbe, sono memorie amare composte di alcol e scatti d’ira.
Nelle ultime settimane la madre di Jack ha ritrovato una scatola di oggetti del marito e la ha affidata ai suoi due figli maschi: possono controllare, forse c’è qualcosa che vogliono conservare. E, dopo un primo sguardo distratto, i fratelli ritrovano una fragile lettera, da Monaco, in parte in un inglese semplice e tedesco, spedita dalla Germania e scritta da una donna, Ariana Shroder. Le parole non lasciano dubbi circa una conoscenza molto intima: che sia un amore passato del defunto padre, allora già sposato?


I due fratelli sono increduli davanti all’ipotesi di una storia fuori dal matrimonio e in terra germanica proprio durante la guerra che il padre ha combattuto. Il tutto con ancora vivo quei suoi ricordi non facili, né affettuosi. Così i due Bailey decidono che Jack andrà in Germania a cercare informazioni sulla donna della lettera.

L’ex-poliziotto ha pochi indizi, una città, un nome di donna (forse morta?) , e sa che il padre ha combattuto come soldato in Germania e che giunse, con la propria divisione, a Dachau.

La scusa ufficiale, soprattutto per la madre, è quella di una vacanza con l’amico e collega Sherk dai suoi parenti tedeschi, per visitare pure qualche luogo che vide il padre.

Jack sa, in teoria, che il genitore deve aver vissuto qualcosa di terribile ma il ricordo dei suoi comportamenti successivi è quello più vicino e vivo nella sua mente.
Jack, con l’amico Sherk, arriva in Germania, conosce i parenti del collega e viene da loro accolto con affetto. Dopo i due inizieranno la loro particolare indagine.
I due uomini, ognuno con le proprie preoccupazioni e ferite, cominciano la ricerca della donna che era entrata in contatto con il padre di Jack. L’ex poliziotto è diviso tra il desiderio di sapere e il timore di ciò che potrà trovare, mentre molti di coloro che incontra hanno un grande pudore e riservatezza sull’argomento del conflitto.


Poco alla volta, tramite i racconti di Renate, Jack e noi con lui, sapremo la verità su suo padre e Ariana. La ragazza faceva parte famiglia all’apparenza come tante, che viveva nel paesino di Dachau.


La narrazione storica segue, attraverso le vicende dei protagonisti, il consolidarsi del nazismo, tanti strani cambiamenti, i genitori, la guerra e, infine, la conoscenza tra Ariana e il padre di Jack.
E avremo modo di scoprire la voce di entrambi. E di addentrarci con l’ex poliziotto nelle scene terribili che entrambi videro e l’uomo dovrà valutare la possibilità di fare pace con l’immagine paterna, una volta conosciuta realmente la sua esperienza, che visse in un’età assai giovane.


Ringrazio davvero di cuore Vintage Editore per avermi offerto la possibilità di conoscere e leggere questo romanzo.


È un bel libro, intenso, a tratti con descrizioni più crude, che parla della guerra, dell’orrore, ma anche della possibilità di riprendere e ricominciare una vita dopo tanto dolore visto o vissuto e di come i protagonisti possano superarlo, o tentare di farlo, senza rimuoverlo.
Un romanzo che parla di Storia, di una delle sue pagine più inquietanti, che si sofferma anche su reduci e sopravvissuti, sulle ferite profonde e cicatrici che una guerra lascia nel corpo, nell’animo e nella psiche delle persone. E dei loro familiari. E del tempo necessario per superare tutto ciò per sopravvivere, senza tagliarlo via, di come certi vissuti si portino qualcosa dietro oggi.


Ci sono alcune pagine tratti dolorose ma seguite da altre con una speranza.
Sono letture e argomenti che non sempre affronto a cuor leggero ma che servono. Un libro che va affrontato nel momento giusto e che conclude non con solo dolore ma con la speranza che ne nasce e la riscoperta dei rapporti umani, e come siano loro a fare la differenza e a portare avanti speranza e speranza consapevole.
Aggiungo che credo possa essere una lettura che si può prestare per proseguire la conoscenza e come strumento anche dal punto di vista più “didattico“, che grazie a una narrazione e traduzione interessante ci porta a scoprire aspetti più umani della Storia studiata e nota. Il libro fornisce poi spunti interessanti, crea l’occasione per approfondire tramite le sue pagine argomenti particolari, che non sempre emergono nella trattazione più comune, su tutti l’Aktion T4.


Insomma un libro intenso che è bello conoscere e che affronta un argomento doloroso tramite le storie umane delle persone protagoniste, una lettura utile, bella e significativa, che offre uno sguardo sulle vite quotidiane delle diverse persone in quegli anni, di scelte, impotenze, paure e molto altro.

Indubbiamente un romanzo che potrebbe prestarsi assai bene per una serie tv o una trasposizione cinematografica per conoscere di più su questo periodo storico.

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Letture in corso…

Mattine lente e caffè con libri.

Dopo qualche giorno frenetico oggi la giornata potrebbe essere più tranquilla, già immersa in una strana calma feriale, sole, musica in lontananza da qualche bar e l’aria sottilmente intrisa di fiori e primavera. Tutto ciò ha fatto da sfondo al mio caffè gustato insieme a qualche pagina di Heidi. Gli anni della sua formazione e peregrinazione di Joanna Spyri.

🏔️⛰️🐐

Sto leggendo il romanzo in compagnia del bel gruppo di lettura #gdlunaboccatadariafresca ideato da @michelalibriedintorni e @silviabookolica nella nuova edizione della Caravaggio curata da Enrico De Luca e tradotta da Chiara Gianni


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Spunti d’amore…


In questi giorni passati che ci hanno separato da san Valentino Serena, una geniale lettrice e blogger, ha lanciato su instagram dal suo account SoloLibriSery https://www.instagram.com/sololibrisery/ un gioco divertente #sanvalentinobookchallenge che ha fornito un’ottima scusa ufficiale per chiacchierare allegramente di bei libri, romanzi con storie d’amore (o no) e raccogliere idee per nuove letture o riletture. E mai come nel cosiddetto giorno della singlitudine mi sembra una buona idea prendere del tempo per crogiolami in queste pagine

Secondo appuntamento con  #sanvalentinobookchallenge di @sololibrisery 💕

Per l’angolo (a me assai noto) di Amori non corrisposti
Scelgo anch’io un po’ di Bronte con Shirley.
Non per colei che dona il titolo al romanzo ma per Caroline, il personaggio che forse non ci si aspetta, ma che ho sempre apprezzato per la sua pacata e non appariscente tenacia.

Come evolva questo sentimento non contraccambiato, se non lo avete letto già, è tutto da scoprire.
Sì, con un po’ tante pagine, ma valgono la lettura.


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Letture che fanno gustare ancora un po’ di vacanza

Ormai, in questi giorni molti di noi hanno ripreso le attività lavorative a pieno regime, nonostante le decorazioni ancora sparse per negozi e città, insieme a rilassanti film a tema che, tutt’ora imperversano in tv, complici alcuni canali.
Così, mentre sorprendo qualche pallina dell’albero per casa e non tutti gli scatoloni di Natale sono chiusi (per tacere del fatto che le tazze per il tè in uso a casa mia siano, praticamente, ferme al 26 dicembre per foggia e disegni) condivido con voi le mie impressioni su due novelle natalizie dall’ambientazione regency.


Si tratta di due racconti che hanno rallegrato le mie vacanze, storie ambientate nelle feste, lievi e allegre, adatte per passare alcune ore serene con una tè fumante o (come nel mio caso) per ingannare l’attesa prima di sfornare una teglia.
Vintage editore, che da qualche anno accompagna piacevolmente le mie feste di dicembre e gennaio, propone due nuove traduzioni (in cartaceo e digitale) che sono uscite proprio in occasione del Natale.

Uscite natalizie di Vintage Editore (foto @unlibroinborsa)

La prima è Il Natale del Capitano Kempton di Jayne Davies e tradotta da Anna Maria Corda.

Il Natale del Capitano Kempton di Jayne Davies

Philip Kempton è rientrato in patria e si sta dirigendo verso la casa degli zii, pur non del tutto convinto della bontà di questa sua scelta. Kempton manca da tempo e la tenuta di zia Beth è lo scenario che, anni prima nel corso di una luminosa estate, ha visto sorgere un sentimento tra lui e Anne. Entrambi hanno preso strade diverse, molto. Lady Anna ha sposato un altro uomo mentre Philip era per mare e gli aveva annunciato la scelta per lettera.

Beth ha deciso di ospitare per il periodo natalizio sia il nipote, sia la cara amica Anna.
Così, tra ricordi di quell’estate, i due protagonisti tenteranno di capire cosa provano adesso l’uno per l’altro, mentre partecipano a tutte le tradizioni natalizie e la neve incornicia la residenza.

La domanda è se questo scenario magico permetterà loro di chiarirsi e superare finalmente il passato in qualche modo.
Si tratta di una novella scorrevole, che si legge in poco tempo, adatta al Natale e ai paesaggi innevati. Una storia che esplora la possibilità delle seconde occasioni.

L’autrice introduce qualche leggero tocco di modernità nelle fasi iniziali del racconto che si legge con piacere.

Il secondo libro è Il desiderio di Darcy per Natale di Penelope Swan, anche qui ritroviamo delle nevose atmosfere natalizie per una variazione di Orgoglio e pregiudizio che contiene anche una sorta di prequel, dato che tutto inizia con un Mr. Darcy che, da ragazzino, quasi rischia la vita in mezzo alla neve all’interno della tenuta della zia, la temibile Lady Catherine. Il giovane però viene soccorso da una bambina sveglia e piuttosto vivace. A meno che non la abbia sognata, come dicono tutti.

Il desiderio di Darcy per Natale di Penelope Swan


Diversi anni più tardi, dopo il soggiorno con Bingley nell’Hertfordshire, e in occasione di una vacanza di Natale di Elizabeth Bennet presso i Collins, lei e Darcy si ritrovano dopo il primo incontro narrato dalla Austen. L’atmosfera delle feste, uno strano “caso” su cui indagare e alcune vicende familiari mettono dubbi all’uomo.

In questa cornice festosa potranno mai esserci dei passi di avvicinamento per Lizzie e Mr. Darcy? L’atmosfera magica che si respira a Rosing Park, i ricordi del Natale di qualche anno prima, l’agrifoglio e le decorazioni potrebbero rendere i due più complici o allontanarli del tutto.
Questa novella mi è piaciuta, è delicata ed è, in realtà, una variazione della vicenda austeniana dato che ci sono alcune differenze. Il racconto è leggero, gradevole e rispettoso dei personaggi. È una lieta storia di Natale che trasporta delicatamente i personaggi in un’atmosfera festiva.


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Ultime letture: serie di Costanza Macallè

Letture settembrine: La costanza è un’eccezione di Alessia Gazzola.

A ottobre ormai iniziato vi racconto la lettura con cui ho inaugurato settembre: La costanza è un’eccezione, di Alessia Gazzola per Longanesi editore, che fa parte della serie di Costanza Macallè.

Tra le ultime letture: La costanza è un’eccezione di Alessia Gazzola (foto @unlibroinborsa).

Tra fine agosto e i primi di settembre ero, In realtà, praticamente bloccata in casa. E, mentre fuori si alternavano un sole caldo e luminoso a giorni di piogge forti, già con un nostalgico sapore di autunno, dopo un po’ ero preda del il desiderio di svagarmi. Così, tra un paio di blande puntate di serie tv distraenti, ho accolto l’attesa uscita dell’ebook dell’ultimo romanzo di Alessia Gazzola con estrema curiosità e, in aggiunta, come la salvezza dalla reclusione forzata. 

La sinossi della trama mi aveva stuzzicata ancora di più, inoltre non vedevo l’ora di scoprire come sarebbe proseguita la storia di Costanza. 

Qualche cenno alla trama:

Rincontriamo Costanza Macallè mentre lavora come anatomopatologa a Venezia: finalmente ritornata in una clinica, dopo aver lasciato l’Istituto di palepatologia. La ragazza ora si divide tra il lavoro fuori città, la vita pendolare tra Verona e la città lagunare, la figlia Flora, la sorella Antonia che la aiuta e il rapporto più maturo ma ancora complicato con Marco

Nonostante Costy non collabori più con l’università è ancora in contatto con Sarah, una delle sue ex colleghe, tra un cinema e qualche telefonata. E’ proprio da una telefonata serale che si avvia l’avventura del nuovo libro. 

Sarah racconta che è in vista un contratto, anche piuttosto ricco, e che il suo vecchio gruppo di ricerca avrebbe davvero bisogno della sua collaborazione come paleopatologa proprio a Venezia! 

Infatti, una nobildonna di antica stirpe, in occasione del restauro della cripta nella chiesa di famiglia, finanzierà una ricerca sui propri avi del Seicento

Costy è dubbiosa, gli impegni sono tanti, sta con Flora meno del previsto, certo un’entrata in più le farebbe piacere, così come – sebbene non lo ammetta facilmente – pure ritornare a quel lavoro così particolare. La spinta definitiva arriva quando scopre che proprio Marco dirigerà come architetto il cantiere. In un secondo la decisione è presa: parteciperà alla ricerca!

E l’incontro con la nobildonna Almazàn, la proprietaria, arricchisce la storia di ulteriore fascino e inquietudine, poiché il nome della famiglia, fin dal lontano passato, è circondato da un alone di mistero. Già, perché si narra che molti dei membri della famiglia morissero assai giovani e, secondo alcune leggende, fossero vampiri

Così, cogliendo l’occasione dei restauri che interverranno sulle cripte e sulle tombe l’anziana donna vuole scoprire la ragione scientifica di tutto ciò: se vi sia una qualche malattia genetica che abbia causato queste morti e sia all’origine di tali dicerie. Bastano pochi giorni e iniziano i lavori e si scoprono diverse sepolture, alcune attese, altre finora ignote… 

Le mie impressioni:

Apprezzo molto questa serie della Gazzola, con tutti i vari gli elementi che raccoglie al suo interno e con la figura della protagonista, imperfetta, alla ricerca del suo posto, mamma e che scopre un campo, quasi suo malgrado, appassionante da cui si lascia conquistare a poco a poco.

Nonostante sia arrivata tardi a Costanza, circa al tempo del secondo libro, è stata per me una gradevolissima scoperta, e quest’ultimo (almeno per ora, ma non dispero in un seguito) volume è un’ottimo ‘romanzo salva-lettura’ e giornata! 

In occasione di una recente presentazione con l’autrice è stato bello riscoprire lo spunto per l’origine del primo libro della serie: un lavoro di ricerca di paleopatologia presentato a Verona, incentrato sui resti di Cangrande della Scala, che ha visto in campo diverse specializzazioni e studiosi.

Quelle pagine sono, per me, un po’ comfort-zone, ancor di più quest’anno, dato che mi ha fatto compagnia durante una positività abbastanza lunga, facendomi gustare anche un po’ di paesaggi e arietta autunnale in anticipo, non solo dalla finestra e dalla poltrona, ma anche dalle pagine. 

La narrazione che, come nelle storie precedenti, si muove tra passato e presente, segue il filone seicentesco e la ricostruzione, ai giorni nostri, delle vicende dell’equipe di ricerca, tra analisi mediche, paleopatologiche, storiche e giornate passate tra le carte degli archivi. Questi sono tra gli elementi del racconto che mi affascinano.  E’, in un certo senso, anch’essa un’indagine, differente rispetto al filone dei romanzi più gialli (come la serie letteraria de L’allieva), e una sorta di enigma da comprendere. 

In poche pagine mi sono affezionata davvero a Costanza, che si imbatte in un campo che crede non adatto a lei, che si destreggia in uno strano equilibrio tra lavori e una figlia, e la strada per risolvere, forse, anche la sua strana situazione sentimentale. Senza dimenticare lo sviscerato amore della protagonista per la sua piccola e gioiosa Flora, insieme al proprio ironico sentirsi talvolta inadeguata, ma pure con la forza di essere gruppo con Antonia e Marco.

In La costanza è un’eccezione la narrazione si arricchisce di piani temporali e indagini e la ricerca storica si fa nuovamente interessante. E ciò avviene in maniera assai scorrevole, senza appesantire le pagine con spiegazioni o digressioni poco collegate. Personalmente trovo questa caratteristica davvero preziosa e, soprattutto, apprezzo ancor di più il fatto che gli eventuali approfondimenti presenti siano coerenti con la vicenda e li trovo ben risolti al suo interno. Questo perché – pure da frequentatrice di taluni studi specialistici – mi accade di essere spesso insofferente all’inserimento di spiegazioni troppo lunghe o saggistiche all’interno di un romanzo (sì, sono noiosa!). E questi aspetti, nelle vicende di Costanza scritte da Alessia, sono strutturati in un modo piacevolmente scorrevole e naturale. 

In conclusione personalmente ho trovato che La costanza è un’eccezione si legga assai bene, stuzzicando molto la curiosità. Il romanzo possieda elementi storici, mette nuova voglia di scoprire angoli veneziani, ci trasporta un po’ pure all’interno del lavoro dell’archivista. 

Per me è stata una coccola librosa: mi ha regalato delle ore liete e spensieratezza

Tra le note personali, aggiungo che, in particolare sono sentimentalmente legata alla saga di Costanza perché mi ha fatto compagnia – a tema – in un momento in cui stavo seguendo qualche progetto bizzarro con un po’ (di sana) incoscienza.

Nota da amante delle ricerche bibliografiche: 

Aggiungo sul finale, che apprezzo sempre molto che l’autrice inserisca a fine romanzo un piccolo approfondimento sui testi consultati sui principali argomenti ed elementi che compaiono nella trama, che trovo un arricchimento e una piacevole occasione per creare nuovi collegamenti e solleticare la curiosità scientifica.

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Anne Shirley · Classici · Isola di Principe Edoardo · Lettere animate · Lettere Animate editore · letture primaverili · libri inaspettati · libri preferiti · Lucy Maud Montgomery · Mini recensioni · nuove traduzioni · Romanzo · Serie Tv

Anne dell’isola: autunno & primavera.

“L’anno è un libro, o no, Marilla? Le pagine della primavera sono scritte in biancopisni e viole, quelle dell’estate in rose, quelle dell’autunno in foglie rosse di acero, e l’inverno in agrifoglio e sempreverde”.

L.M. Montgomery, Anne dell’Isola, Lettere animate editore (traduzione Enrico De Luca).

Anne dell’Isola è ultimo volume della serie di Anne Shirley di Lucy Maud Montgomery che ho letto, nell’edizione di Lettere animate.

Lucy Maud Montgomery, Anne dell’Isola, Lettere Animate (foto @unlibroinborsa).

È un romanzo che per me profuma di primavera ma che si adatta benissimo a questo momento in cui restauro un po’ il sito.

Infatti, le prime pagine partono proprio dalla fine dell’estate, con l’autunno ormai imminente. È una stagione che personalmente amo e dalle pagine trasudata una strana e dolce nostalgia per Anne e Diana: tra pochi giorni la prima partirà per il college Redmond, allontanandosi dalla cara Avonlea per diverso tempo. Attesa e tristezza insieme.

Buona parte dell’avventura, questa volta, mi è sembrata quella della crescita e della ricerca della propria strada, confortati dalle amicizie e dai legami che ci accompagnano. Anne, Diana e il gruppo di Redmond: Priscilla, Gilbert, Philippa, Charlie, Stella, zia Jamesina

Molto altro e nuovi luoghi adorabili. Un ulteriore capitolo che ho davvero apprezzato e che vorrei proseguire a breve.

Se già conoscete Anne forse ritrovate un po’ della natura descritta in questi giorni di sole che ci fanno compagnia. Mentre, se vi mancasse la lettura dei libri di Anne Shirley, o aveste ricordi – pochi o tanti- dell’anime (ad esempio, io avevo solo qualche vaga reminescenza scollegata e frammentaria), o se – come me all’inizio – Avonlea vi giunga nuova mi sento di dirvi di guardare le prime pagine del libro iniziale: Annne di Tetti Verdi potrebbe essere sempre l’occasione (e la stagione) per regalarsi questa lettura. Personalmente mi piace quando riesco a leggere di Anne o alcuni romanzi della Montgomery in autunno o in primavera. Nella seconda eventualità è un modo per osservare ancora una volta, insieme alle pagine del libro, il risvegliarsi della natura.

"Derivati letterari" · ebook · Inghilterra · Libri salvalettura · Mini recensioni · Mistero · Regency · Romanzo · S.M. Klassen · Vintage editore

S.M. Klassen, Un’insolita Mary.

Variazioni austeniane.

S.M. Klassen, Un’insolita Mary, Vintage editore (foto @unlibroinborsa).

Da lettrice particolarmente affezionata ad alcuni autori e romanzi ho scoperto che mi piace, talvolta, immaginare un passato – o futuro, o altre vicendedei personaggi “di carta” più amati. E’ una sorta di divertimento, da prendere con leggerezza. Con leggerezza soprattutto quando, come accade spesso, per soddisfare questo desiderio mi “affido” a quei titoli che tentano di rispondere alla domanda e che, nei casi più fortunati, ci permettono di continuare a gustare quel bel volume ormai concluso.

Non nego di essere spesso combattuta al momento della – a lungo meditata – scelta ma, fino ad ora, è valsa la lettura. Certo, a volte mi è capitato che la curiosità non fosse soddisfatta pienamente, o che il racconto fosse troppo corto, altre volte mi sono imbattuta in versioni credibili che – nella mia mente – sono quasi diventate una parte della (possibile) storia del personaggio.

Ci sono tuttavia casi, e soprattutto autori, di cui siamo così fortunati da trovare una potenziale sovrabbondanza di testi e avere il privilegio di “scegliere” tra le versioni possibili e alternative quella più nelle nostre corde. Certamente in questa sovrabbondanza è bene orientarsi con attenzione e prediligo scegliere narrazioni affini al periodo di scrittura originaria.

Una delle autrici che da molto, probabilmente da già dai primi del Novecento – se non prima – ha avuto la fortuna di godere di diverse derivazioni è Jane Austen.

Ricordo uno dei primi romanzi del genere che lessi anni fa Vecchi amici e nuovi amori, dove l’autrice Sybill G. Brinton ipotizzava cosa fosse accaduto oltre il finale di diverse opere austeniane, come suggerisce il titolo, ed era stato scritto nel 1913.

Talvolta sugli scaffali delle librerie effettivamente ritroviamo ciclicamente un paio di libri che provano a riprendere i personaggi della Austen che sono forse i più “immaginati” o “ri-raccontati” in nuovi scenari almeno una volta l’anno, in modo più o meno calzante.

Recentemente mi ha incuriosita una delle collane della Vintage Editore intitolata proprio Variazioni in cui sono raccolti diversi romanzi che rispondono alla mia curiosità, non solo in campo austeniano!

Che succederà mai a quel personaggio una volta che lo salutiamo con l’ultima pagina del libro?

Ho approcciato la collana Variazioni con Un’insolita Mary di S.M. Klassen, proprio in uno di quei momenti consacrati a uno ‘svago a tema Austen’. Insomma mi sono dedicata a questa variazione, che prima avrei banalmente definito un “derivato austeniano”, con un’etichetta che perdeva fascino rispetto a quella attuale.

La trama in breve:

È una verità poco nota […] che alcune giovani donne possano non desiderare affatto un marito.

S.M. Klassen, Un’insolita Mary

Una volta che all’interno della famiglia Bennet Elizabeth e Jane si sono sposate sembra che la preoccupazioni di Mrs. Bennet siano meno pressanti e, così, Mary si sente in breve libera di mostrarsi diversa. Smette i panni della ragazza un po’ pedante e dimessa, fino a dichiarare apertamente ai genitori che ha intenzione di non sposarsi.

Elizabeth, informata per lettera della stravaganza decide, con Mr. Darcy, di invitare a Pemberly la sorella. In questa splendida cornice Mary e Georgiana stringeranno un forte legame di amicizia, e la prima fiorirà grazie a questo e alle possibilità e stimoli culturali offerti dal soggiorno.

Tra un ballo e un viaggio in carrozza però potrebbe nascondersi qualcosa, infatti come direbbe Jane Austen “Ma quando una giovinetta è destinata a diventare un’eroina, nemmeno la perfidia di quaranta famiglie nei dintorni riesce a impedirlo. Qualcosa deve accadere, e accadrà, per mettere un eroe sulla sua strada” (J. Austen, L’abbazia di Northanger, capitolo I, traduzione G. Ierolli, tratta da https://www.jausten.it/jarcna01.html ).

La cosa che mi ha sorpresa, e che a una mia prima distratta lettura delle sinossi mi era sfuggita, è la svolta gotica e avventurosa che, ad un certo punto vivacizza la narrazione (che non dettaglio per evitare di anticipare troppo). Dopo lo stupore però ho notato che il tenore del racconto riprende alcuni aspetti delle opere delle opere del tempo e della Austen, giocando con leggerezza con questi elementi e regalando un’occasione particolare e inaspettata anche alla nostra Mary.

L’unica osservazione, forse figlia del fatto che la lettura è gradevole e scorrevole, è che mi sarebbe piaciuto che le pagine dedicate al cambiamento iniziale di Mary fossero di più, in modo da gustarne gli effetti su chi le è accanto mentre mi è parso un po’ troppo repentino ma, d’altronde, era anche necessario che la trama entrasse nel vivo.

ebook · Inghilterra · Jayne Davis · Libri salvalettura · Mini recensioni · Regency · Romanzo · Ultime letture · Vintage editore

Esperimento di lettura Regency.

Jayne Davis, Per l’uno e per l’altra.

Jayne Davis, Per l’uno per l’altra, Vintage editore (foto @unlibroinborsa).

Nei mesi invernali ho cercato alcuni libri che mi permettessero di staccare un po’ dagli impegni, avessero un tocco del passato, un pizzico – o anche più – di Inghilterra, una spolverata – solo una spolverata – di rosa, e non fossero eccessivamente impegnativi o lunghi. Insomma avevo bisogno di un libro salvalettura, leggero e quello che alcuni chiamano guilty pleasure.

La lettura confortevole, e in parte un esperimento per me – se non altro uscendo dalla comfort zone di Georgette Heyer per titoli appartenenti al genere – è stato: Jayne Davis, Per l’uno per l’altra (Vintage Editore).

Naturalmente il romanzo è diverso dalla grande maestra del genere ma è davvero piacevole, si legge facilmente e le pagine scorrono una dopo l’altra. Vi troviamo un po’ di romanticismo (e senza scene che indulgano a un’eccessiva intimità che, personalmente, non apprezzo in un romanzo ambientato in epoca regency), paesaggi inglesi e figure ben tratteggiate. La scrittura è scorrevole e delicata.

Un po’ di trama:

Costance, detta Connie, e Will sono i protagonisti. Lei, figlia di un padre che non se ne cura particolarmente e in ristrettezze economiche, viene obbligata alle nozze con un giovane, che non conosce: Will. Il ragazzo negli ultimi anni ha condotto una vita turbolenta, è in forte disaccordo con il padre ed è appena uscito, perfino, da un duello. Due degli amici dei protagonisti, con delicatezza, propongo – separatamente – ad ognuno degli sposi di vedere la situazione come un’opportunità: Connie potrà liberarsi dalla soffocante casa paterna e dirigerne una nuova, e poi è probabile che anche il marito non abbia avuto molta scelta. Anche a Will viene suggerito che non è affatto detto che sia stato l’unico costretto ad accettare.

Al termine del matrimonio i due sposi decidono di darsi tempo per conoscersi: in fondo si sono visti solo in chiesa. Il trasferimento nella nuova dimora nel Devonshire è abbastanza piacevole, una volta superata la diffidenza e l’imbarazzo della situazione di scarsa confidenza. Inoltre la località è ricca di paesaggi pittoreschi, molto bella e vicino al mare, finora qualcosa di sconosciuto per la ragazza.

A poco a poco conosciamo gli abitanti del luogo e i lavoratori. E, all’inizio, sembra esserci un controllo paterno su Will tramite il personale di servizio. Tuttavia, oltre a un territorio affascinante, i due giovani sono in una zona dove, da sempre, è attivo il contrabbando e alcuni particolari mettono ai nostri protagonisti il dubbio che pure qualcuno della casa sia coinvolto. E poco alla volta al villaggio sembra che la situazione sia ben più grave e pesante di quanto non appaia ad una prima occhiata.
Con il passare delle settimane il tempo che ai protagonisti serve per conoscersi inizia a essere piacevole, è bello trascorrerlo insieme con gite e posti nuovi da visitare. Ma dopo un po’ comincia una strana indagine nascosta per capire di più del contrabbando. Tanto più che si verificano un paio di strani “incidenti”.

Qualche impressione:

Il romanzo è interessante e si legge davvero molto bene, tanto più grazie al piccolo risvolto “giallo”, che vivacizza la trama e che fa da sfondo alla reciproca conoscenza dei due protagonisti. Connie e Will passano lentamente dalla timidezza, alla conoscenza alla stima fino a qualcosa di più. I rischi fungono da buon catalizzatore della crescita personale di entrambi e della loro relazione. Will partirà dal desiderio di rischiare senza far troppo caso a se stesso, fino ad arrivare a porre l’attenzione al fatto che non rischia solo lui, ma anche la moglie e chi è legato a lui nella casa.
In conclusione per me il libro è stato una piacevole lettura, che svaga portandoci nell’Inghilterra del passato; un romanzo che scorre via bene, e che regala delle ore in buona compagnia.

gialli · Kerry Greenwood · Libri e film · Mini recensioni · Miss Fisher · Miss Fisher - delitti e misteri · Polillo editore · Romanzo · Serie Tv · Ultime letture

Greenwood, Morte di un marito.

Un nuovo incontro con Miss Fisher:

Kerry Greenwood, Morte di un marito, Polillo Editore (foto @unlibroinborsa).

Alla fine, sono andata avanti con la serie di libri sulle indagini di Miss Fisher e ho letto Morte di un marito cioè il secondo volume, sempre di Kerry Greenwood (e sempre nella nuova e colorata edizione Polillo).

Dopo il primo, che non mi aveva convinta del tutto, soprattutto avendo in mente la serie tv ho deciso di vedere come evolveva la vicenda nei libri. Il re della neve, il precedente, era stata una lettura leggera ma, mi sembrava che i personaggi fossero resi in maniera un po’ più approssimativa rispetto a come emergono dagli episodi televisivi, e già dalla prima puntata. Tuttavia, mi sono detta, in un solo libro non mi pareva ci fosse abbastanza materiale per farsi un’idea: più che altro venivano poste le premesse.

Così, ho optato per la lettura anche del secondo romanzo e, un po’, ora sono tentata da vedere come prosegue con il terzo.
In Morte di un marito Miss Fisher ha ormai avviato la propria attività di detective, e c’è – finalmente – un po’ più spazio per delineare i caratteri di protagonista e comprimari che emergono in maniera migliore un po’ più approfondita, rispetto all’esordio. Phryne inizialmente viene assunta per un’indagine privata che evolve, però, in un caso di omicidio.

Ammetto che in questo secondo libro c’è un po’ più spazio alle avventuregalanti” della protagonista, che non sono nelle mie corde ma l’autrice non si dilunga troppo.

La trama:

Phryne viene assunta da Mrs McNaughton per capire se il figlio vuole veramente uccidere il padre, ed evitarlo. La cliente, infatti, nota che da tempo i rapporti tra i due si sono deteriorati in maniera irreparabile. Ma, quando l’uomo viene trovato morto, il primo sospettato è proprio il ragazzo. Miss Fisher, nonostante l’indagine sia seguita dalla polizia, prosegue con le proprie ricerche, in accordo con la sorella dell’uomo arrestato. Tuttavia altre emergenze richiedono l’intervento di Phryne perché viene incaricata, in tutta segretezza, di il risolvere rapimento di una bambina. E la donna affronterà in maniera avventurosa e anticonvenzionale entrambe le indagini.

Il romanzo è una lettura abbastanza veloce per lo svago, gradevole e, c’è da dire, che ormai non posso separare i volti del libro dai volti della serie tv australiana. in conclusione sono rimasta abbastanza incuriosita per ipotizzare di proseguire con il terzo volume quando sarà il momento di un po’ di svago d’epoca e abiti luccicanti.

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"Derivati letterari" · Antonia Romagnoli · Autori italiani · Citazioni · ebook · Inghilterra · Jane Austen · Letture rilassanti · Libri salvalettura · Mini recensioni · Romanzo · Rosa

Sognando mr. Darcy

Un romanzo a tema austeniano: se facessimo due chiacchiere con Elizabeth Bennet?

Antonia Romagnoli, Sognando Mr. Darcy (foto @unlibroinborsa).

In queste righe vi racconto una mia lettura a tema austeniano, che mi fece compagnia a dicembre, quando stavo ricercando un libro confortevole e che fosse legato alla Austen. Non so se a qualcuno capita di dedicarsi alla ricerca di libri ispirati alle opere e ai propri scrittori preferiti, questo è uno di quei casi.

La lettura di Sognando Mr. Darcy di Antonia Romagnoli proseguì velocemente ma con gusto, il romanzo mi comparì davanti proprio nel momento in cui cercavo qualcosa che mi aiutasse a staccare un po’ e a vedere il mondo nei suoi aspetti più sereni.
Questo eBook era sul Kindle che aspettava da un po’ e, alla fine, lo divorai davvero in pochi giorni (complice maggiore tempo a disposizione tra l’Immacolata e un po’ di febbre post terza dose). Potrebbe essere stato l’avvicinarsi di Natale ma in quell’occasione avevo davvero bisogno di una lettura piacevole, accogliente e che mi regalasse qualche ora sfumata di rosa e venata di Jane Austen.

La storia in breve:

Katy decide di ricominciare e per farlo sceglie Bathford e una piccola libreria da gestire: non proprio Bath ma ciò che più si avvicina al suo sogno austeniano.

Tuttavia la realtà inizia a porre dei dubbi alla nostra Katrine, a partire dai colori psichedelici del negozio acquistato, che ebbe come ultima destinazione quella di libreria esoterica. Fortunatamente Katy conosce la sua vicina e la comunità di Bathford, il pastore del villaggio che, diciamocelo, ha ben poco a che fare con mr. Collins. Già, perché la protagonista non solo ama profondamente Jane Austen ma dialoga anche con le eroine dei suoi romanzi preferiti, che l e compaiono per incitarla o per confrontarsi con lei. Oppure si fanno presenti anche per storcere il naso e disapprovare!

Così, ogni tanto troviamo dialoghi immaginari con Elizabeth Bennet, Anne Elliot e le altre che ci confortano o ci fanno sorridere.
E tra pittura e scatoloni inizia così la vita di Katrine nella nuova comunità: con una corsa per aprire la libreria, nuove amicizie, avventure e anche l’amore, forse. E non mancano riferimenti alle trame della Nostra Cara Autrice, alcuni personaggi hanno un’apparenza cortese, altri più oscura e altri ancora un’estrema riservatezza.

Ho molto apprezzato il romanzo, piacevole e delicato, adatto per farci respirare un po’ di Austen e di Inghilterra e per regalarsi un po’ di svago per riprendere sé e di romanticismo (senza quegli eccessi che non amo).

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Autori italiani · De Giovanni · Einaudi editore · gialli · I Bastardi di Pizzofalcone · Libri salvalettura · Maurizio de Giovanni · noir · Romanzo · Serie Tv

Angeli, Maurizio De Giovanni

Ho gustato in pochi giorni l’ultimo romanzo di Maurizio de Giovanni: Angeli per i Bastardi di Pizzofalcone (Einaudi editore), poco dopo il Salone del libro di Torino.

Maurizio de Giovanni, Angeli per i Bastardi di Pizzofalcone, Einaudi editore (foto @unlibroinborsa).

Chi arriva qui dalla pagina Instagram ormai sa che per me De Giovanni è la lettura – salvezza, il libro salvalettura e, come di consueto anche in questa occasione l’autore non delude.

Per i nostri agenti di Pizzofalcone ci sono sottili cambiamenti, nel momento in cui un caso difficile mette di nuovo a rischio la sopravvivenza del commissariato, già perché lo spettro delle chiusura potrebbe tornare. I Bastardi indagano sull’omicidio di Nando Iaccarino, un meccanico. Tuttavia ciò che non convince Loiacono in primis è l’ordine dell’officina in cui viene rinvenuto il cadavere. Ordine, se non fosse per il disordine che porta in sé quel fatto violento.

L’indagine, però, coinvolge personalità che chiedono cautela e, allo stesso tempo, potrebbe essere l’occasione che molti aspettano per veder fallire la squadra. Il rischio si fa sempre più grande. Nel frattempo si dipanano le vite e le vicende dei nostri protagonisti.

Ho apprezzato molto il libro, che scorre via veloce, tanche che avrei voluto ancora delle pagine!

Poi le vicende personali della squadra regalano dei momenti davvero impagabili. Sì, ormai sono di parte, e ho i miei preferiti: Ottavia e Palma, Elsa (e Vicky, non spoileriamo) e soprattutto Marco Aragona che con Pisanelli è indimenticabile.

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Souvenir, Maurizio De Giovanni

Souvenir d’ottobre:

Ottobre di sole, pioggia e vento. 

Maurizio De Giovanni, Souvenir per i Bastardi di Pizzofalcone, Einaudi editore (foto @unlibroinborsa).

“Ottobre, se volete, è sospeso nell’aria. Non si riesce a prenderlo tra le dita, ottobre. Magari altrove, che la demarcazione tra estate e inverno è più netta, che gli alberi sono tanti e diventano una danza di giallo e di rosso, ottobre ha una faccia definita e ti guarda austero e con sincerità. Magari altrove, che ormai da tempo avete riposto tele e cotone e scarpe da piedi nudi, ottobre sa di primo freddo e di lana e naftalina, e porta la voglia di non lasciare letti e coperte e cuscini. Magari altrove, che dell’estate resta solo un vago, lontanissimo ricordo, e il vento tagliente disegna lo spazio tra il portone e l’imbocco della metro, e anche sotto, quando l’odore di polvere nell’aria artificiale che ti viene incontro ha almeno il tepore della gente, ottobre ha il senso della voglia di piumoni e di latte caldo. Ma qui, che c’è il mare a sussurrare tutte le avventure della spiaggia e del tempo appena passato…”

Maurizio De Giovanni, Souvenir per i Bastardi di Pizzofalcone, Einaudi editore, cap. XIII.

Non so se accada anche a voi, io mi sono accorta che amo in modo particolare quando le pagine dei libri colgono con acutezza, poesia e delicatezza il passaggio dei mesi e i loro effetti. Come l’avviarsi verso la stagione fredda senza neppure accorgersene, con sapori, profumi, e tepori, che si mescolano e perdono

Molti dei classici che prediligo regalano queste descrizioni, ma anche alcuni romanzi contemporanei riescono a ricreare queta magia.

Uno di questi è Souvenir per i bastardi di Pizzofalcone, di Maurizio de Giovanni è uno dei libri della serie che più ho apprezzato anche per la descrizione dell’autunno (o degli autunni) che contiene. O sarà colpa del mio amore per ottobre che in queste pagine è un altro protagonista.

“Ma qui, che c’è il mare a sussurrare tutte le avventure della spiaggia e del tempo appena passato che non vuole passare, che l’aria sa ancora di storie d’amore di un giorno e di tavolini e musica all’aperto, è difficile pretendere sincerità da ottobre. Qui che il vento è rimasto pieno di esotico profumo, qui che la sporadica pioggia continua a portare sabbia rossa del deserto, non si può pretendere che ottobre abbia il coraggio di guardarti in faccia.
[…]
Perché ottobre è un fatto mentale, da queste parti. Non illudetevi di ritrovarlo nell’abbigliamento. Avete voglia di cambiarvi e ricambiarvi, sentirete sempre un po’ caldo per esservi coperti troppo; ottobre qui vuole lana sottile e cotone pesante, non i maglioni e le sciarpe.
Ottobre, da queste parti, finge di essere aspro e invece è dolce, come un vecchio insegnante di liceo. È il vero capodanno, ottobre, con le abitudini dell’inverno che stentano a riprendere e la voglia di riposare che fa da sottofondo al lavoro.
Ottobre è traditore.
[…]
Perché quello che ha ottobre, e che non hanno gli altri mesi, è la sospensione tra passato e futuro.
Ottobre, più di ogni altro periodo dell’anno, porta la rassegnazione per la fine di un momento e la certezza che il seguente è già cominciato. Non è settembre, che conserva le domeniche soffocanti e affollate, col sole che brilla sulle lamiere e tra i pontili, settembre che sa ancora di zuppa di cozze e di crema solare; e non è il novembre delle piogge sottili e delle strade lucide, il novembre delle matite temperate e delle mostre d’arte.
Ottobre ti spiega che non è più il tempo di ricordare, che bisogna prepararsi a ciò che viene. E se non capisci, peggio per te”.

Maurizio De Giovanni, Souvenir per i bastardi di Pizzofalcone.

Autori italiani · Classici · Inghilterra · Libroni · Mistero · Romanzo · Vintage editore

Nettlesfield

Atmosfere inglesi: Nettlesfield.

Antonella Vitali, Nettlesfield, Vintage editore (foto @unlibroinborsa).

Oggi vi parlo di un libro che mi ha fatto compagnia in quei pomeriggi di fine estate dello scorso anno, quei momenti in cui qualche acquazzone fa presagire settembre, che porta l’irrefrenabile (e irrazionale) voglia di acquistare comunque penne, maglioni, quaderni, tè e dolci.

Si tratta di del romanzo Nettlesfield, di Antonella Vitali (Vintage editore), che accompagna Esther dall’infanzia fino all’età adulta. La vicenda parte dal trasferimento della famiglia della protagonista presso la zia, che si farà carico anche della sua educazione. In un tempo e luogo dall’appartenenza sospesa e magica Esther trascorrerà la fanciullezza e l’adolescenza, e sarà, infine, presentata in società.

Nel percorso ci saranno nuove conoscenze da fare, altre da mantenere insieme ai rapporti di buon vicinato, e qualche festicciola con piccole escursioni che arriveranno a esplorare l’antica e adiacente dimora di Nettlesfield. La vecchia casa pare abbandonata ed è avvolta da una ricca e scenografica vegetazione.

Muovendosi tra personaggi più o meno simpatici, Esther racconta la propria storia e una strana scoperta che le pone interrogativi su di sé e sulla propria famiglia.

Nel romanzo troviamo un po’ di mistero, di amori giovanili e la placida vita quotidiana. Da una mia prima distratta lettura della trama pensai a un racconto di una Esther ormai adulta, mentre la trama parte un po’ prima. Inizialmente questo aspetto mi ha sorpreso e leggermente frenata nella lettura ma è poi funzionale al racconto.

Nettlesfield gioca con i classici inglesi che amo, con rimandi e citazioni, che sono divertenti da ricercare.

Antonella Vitali ha reso molto bene alcuni particolari (non dettaglio per evitare anticipazioni) soprattutto quelli legati alla sfera emotiva, tanto che ho trovato un personaggio in particolare cortesemente e visceralmente odioso, dopo un po’ che proseguivo nella lettura.

Frontespizio di Nettlesfield.

Il linguaggio e la scrittura cercano di ricreare la magia dei testi originali, sebbene debba ammettere che, in alcuni capitoli, ciò mi abbia leggermente rallentato il ritmo; pur tenendo conto che ho affrontato il romanzo in un momento di riposo e cambiamenti vari. Sulla trama, confesso colpevolmente che, forse, avrei desiderato l’esordio di dei personaggi un po’ prima perché mi sarebbe piaciuto tanto gustarmeli ancora per altre pagine.
In conclusione un romanzo rilassante, adatto a una lettura molto placida e senza fretta, per avere l’occasione di fuggire in atmosfere inglesi d’altri tempi.
Ultimamente noto che la casa editrice é una di quelle che è bene tenere d’occhio perchè rivela delle sorprese.