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La principessa del grano

#primaveradilibri libri dal sapore primaverile!

La principessa del grano è un titolo che ho gustato con estremo piacere già qualche anno fa, proprio in periodo primaverile, e che è davvero un bellissimo libro da riscoprire e che vi consiglio!

Qui vi lascio la trama direttamente dalla quarta di copertina:

Marcia è la bellissima figlia di un milionario americano, giunta in Italia per trascorrere la primavera insieme agli zii, Howard e Katherine Copley, in un’antica dimora situata nei pressi di Palestrina. Tra le romantiche colline della Sabina, le visite turistiche a Roma e le feste in compagnia di un’esclusiva cerchia di amici, la giovane viene subito conquistata dalla magia dell’Italia, terra incantevole e sfondo ideale per una grande storia d’amore. Due uomini dal temperamento molto diverso si fanno infatti strada nei suoi pensieri: Paul Dessart, un aspirante pittore, immaturo e spensierato, e Laurence Sybert, affascinante e tormentato segretario dell’ambasciatore americano. Ma dietro le vite agiate dei protagonisti e i paesaggi idilliaci si celano la fatica e la miseria dei poveri contadini di una nazione che, alla fine dell’Ottocento, è ancora giovane e politicamente instabile. In un gioco fatto di attese, scoperte e fraintendimenti, Marcia dovrà imparare a guardare oltre le apparenze e fare le sue scelte. Jean Webster pubblicò La Principessa del Grano nel 1905, ispirandosi a uno dei suoi viaggi in Italia e offrendo al lettore il racconto di un’epoca. Questa rappresenta la prima traduzione italiana – integrale e annotata – dell’opera.

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Alice Basso · Anita Bo · Garzanti editore · gialli · Libri e film · libri preferiti · Mini recensioni · Mistero · Ultime letture · Uscite interessanti · Vani Sarca

Una stella senza luce di Alice Basso

Dopo qualche tempo vi racconto uno degli ultimi libri letti: Una stella senza luce di Alice Basso, Garzanti editore. È la nuova avventura di Anita Bo. Ho atteso questo romanzo per quasi un anno e me lo sono gustata con piacere.

La trama in breve

Ci sono novità alla casa editrice di Saturnalia, dove Anita lavora “come dattilografa” ma, prima ancora, ce ne sono a casa Bo: perché i mesi di “intervallo lavorativo” che la ragazza ha ottenuto prima del matrimonio scorrono via rapidamente. Così, tra un sogno bizzarro in cui Anita immagina di andare all’altare con il grembiule da lavoro (ops!), e altri risvolti onirici vagamente inquietanti, accade qualcosa di incredibilmente eccitante in redazione! Luminari, il grande regista che solo qualche anno prima incantava gli spettatori, è deciso a riportare la magia del cinema a Torino, e che cosa potrebbe essere il meglio se non un film su indagini, assassini e detective? L’uomo ha contattato Monnè perché vuole utilizzare uno dei racconti pubblicati su Saturnalia, ma non certo le storie di Bonomo! Guarda caso ha attirato la sua attenzione uno degli autori americani: John Dorcas Smith!

Anita e Sebastiano sono percorsi da un brivido, l’una è entusiasta, l’altro assai sospettoso: cosa sanno loro due dei che rapporti Luminari ha con la censura a Roma? E se fosse una trappola?

Come se non bastasse Sebastiano ora ha il padre per casa a cui fare attenzione. Poco dopo la decisione che sarà proprio Satta Ascona a scrivere il soggetto del film iniziano i provini e i nostri due protagonisti si ritrovano catapultati nel mondo del cinema, con la sua magia e l’attrazione della recitazione. Tuttavia, quando il regista viene ritrovato ucciso in albergo il progetto naufraga e le indagini ufficiali iniziano (male). Infatti sia ad Anita, sia a Sebastiano la colpevole designata non convince… E in un viaggio tra le passate stelle del cinema J.D. comincia a cercare gli indizi per ricostruire la verità…

Anche questa volta Alice Basso ha fatto per me la sua di magia: era qualche mese che non gustavo una lettura con questo gusto, da andar avanti e al contempo desiderare che le pagine si moltiplichino… Momenti di riflessione, divertimento per alcune scene, ammirazione per Anita e un’indagine che si svolge con alcune soluzioni che appaiono quasi surreali e che, all’inizio, al lettore sembra davvero non funzioneranno mai… Per poi guastarle tra il sorriso e il fiato sospeso.

Mi sono gustata il romanzo, ne sono stata assorbita e rinfrancata (quando un libro fa stare bene, svaga ma, intanto, solletica curiosità e qualche domanda) e poi avevo iniziato il libro proprio a Torino, quale luogo migliore?

E, infine, novità sul finale (così, santa polenta con i grumi, come farò fino al prossimo!). C’è da dire che verrebbe voglia di rileggerlo subito (o di ascoltarlo presto in audiolibro…).

Alice Basso, Una stella senza luce, Garzanti (foto @unlibroinborsa).

Agatha Raisin · Astoria editore · Autori inglesi · Cotswold · Cozy Crimes · gialli · Inghilterra · Letture rilassanti · Libri Consigliati · Libri e film · Libri salvalettura · libri svuotatesta · M.C. Beaton · Mini recensioni · Mistero · Serie Tv

Aghata Raisin e la quiche letale

Finalmente Agatha! M.C. Beaton, Agatha Raisin e la quiche letale.

M.C. Beaton, Agatha Raisin e la quiche letale, Astoria editore (foto @unlibroinborsa).

Nuove (per me) serie letterarie che danno dipendenza. Ebbene, dopo che mi ripromettevo da troppo tempo di leggere i gialli di Agatha Raisin l’inverno passato ho finalmente rotto gli indugi e iniziato con Agatha Raisin e la quiche letale di M.C. Beaton (Astoria editore).

Non so se ci sia stata la complicità di un periodo un pesante e incerto, di ritmi di lavoro sostenuti e del desiderio di staccare un po’ ma per questi romanzi dalle copertine rosse vale il detto delle ciliegie: uno tira l’altro. E in un attimo ero già arrivata al nono Agatha Raisin e le fate di Fryfam (ehm, or ora anche al decimo).

M.C. Beaton, Agatha Raisin e la quiche letale: la trama.

Agatha lavora da anni nelle pubbliche relazioni a Londra, ha costruito una carriera solida grazie soprattutto a un carattere deciso e non particolarmente “amabile”. Quando decide di ritirarsi in pensione anticipata la donna compra un sospirato cottage nelle Cotswolds, come sogna fin dall’infanzia, nella piccola Carsely, lontano dai circuiti più turistici.

Ma la vita campestre è assai placida, troppo per Agatha, ancora abituata a Londra, che si domanda se non abbia fatto un errore. Nel frattempo decide di partecipare alla gara cittadina di quiche per aumentare la sua popolarità nel villaggio e sì, naturalmente anche per vincere! Tanto più che da anni la vittoria appartiene alla stessa donna di Carsely. Peccato che la nostra protagonista sia nettamente negata per la cucina e così acquista una torta da una gastronomia londinese.

Il tutto potrebbe anche finire qui se non fosse che, la mattina dopo, il chiacchierato giudice della gara del paese viene ritrovato cadavere. Avvelenato. E Agatha stessa è una sospettata dato che sembra propria sia la sua quiche l’arma del delitto. In poco tempo la donna si ritrova a indagare e rischia di cacciarsi nei guai più volte, nonostante le raccomandazioni della polizia.

Qualche impressione:

Il romanzo si legge davvero molto bene, con piacere e uno di fila all’alto. E poi è impregnato di paesaggi inglesi pittoreschi in cui non riesci a non pensare di fare una gita.

Poco alla volta conosciamo la protagonista, convinta (forse a torto) di non saper coltivare legami d’amicizia. Di Agatha ho apprezzato, anche proseguendo nei romanzi, il fatto che non si arrenda neanche nella sua nuova vita da apparente pensionata. Ma soprattutto mi ha conquistata con la sua pericolosa tendenza a cacciarsi in guai grandi e piccoli.

Un libro dopo l’altro, e già dal primo, il lettore si scopre vicino alla protagonista con il suo essere “umana“, fallace e fare spudoratamente scelte a volte discutibili e imprudenti che generano guai nonostante buone intenzioni e, allo stesso tempo, la sua alternativa ricerca della verità e la scoperta dei legami del villaggio.

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Greenwood, Morte di un marito.

Un nuovo incontro con Miss Fisher:

Kerry Greenwood, Morte di un marito, Polillo Editore (foto @unlibroinborsa).

Alla fine, sono andata avanti con la serie di libri sulle indagini di Miss Fisher e ho letto Morte di un marito cioè il secondo volume, sempre di Kerry Greenwood (e sempre nella nuova e colorata edizione Polillo).

Dopo il primo, che non mi aveva convinta del tutto, soprattutto avendo in mente la serie tv ho deciso di vedere come evolveva la vicenda nei libri. Il re della neve, il precedente, era stata una lettura leggera ma, mi sembrava che i personaggi fossero resi in maniera un po’ più approssimativa rispetto a come emergono dagli episodi televisivi, e già dalla prima puntata. Tuttavia, mi sono detta, in un solo libro non mi pareva ci fosse abbastanza materiale per farsi un’idea: più che altro venivano poste le premesse.

Così, ho optato per la lettura anche del secondo romanzo e, un po’, ora sono tentata da vedere come prosegue con il terzo.
In Morte di un marito Miss Fisher ha ormai avviato la propria attività di detective, e c’è – finalmente – un po’ più spazio per delineare i caratteri di protagonista e comprimari che emergono in maniera migliore un po’ più approfondita, rispetto all’esordio. Phryne inizialmente viene assunta per un’indagine privata che evolve, però, in un caso di omicidio.

Ammetto che in questo secondo libro c’è un po’ più spazio alle avventuregalanti” della protagonista, che non sono nelle mie corde ma l’autrice non si dilunga troppo.

La trama:

Phryne viene assunta da Mrs McNaughton per capire se il figlio vuole veramente uccidere il padre, ed evitarlo. La cliente, infatti, nota che da tempo i rapporti tra i due si sono deteriorati in maniera irreparabile. Ma, quando l’uomo viene trovato morto, il primo sospettato è proprio il ragazzo. Miss Fisher, nonostante l’indagine sia seguita dalla polizia, prosegue con le proprie ricerche, in accordo con la sorella dell’uomo arrestato. Tuttavia altre emergenze richiedono l’intervento di Phryne perché viene incaricata, in tutta segretezza, di il risolvere rapimento di una bambina. E la donna affronterà in maniera avventurosa e anticonvenzionale entrambe le indagini.

Il romanzo è una lettura abbastanza veloce per lo svago, gradevole e, c’è da dire, che ormai non posso separare i volti del libro dai volti della serie tv australiana. in conclusione sono rimasta abbastanza incuriosita per ipotizzare di proseguire con il terzo volume quando sarà il momento di un po’ di svago d’epoca e abiti luccicanti.

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Kerry Greenwood:

Phryne Fisher tra pagina e serie tv.

Kerry Greenwood, Il re della neve, Polillo editore (foto @unlibroinborsa).

Nelle mie esplorazioni del palinsesto televisivo mi ero imbattuta nella serie Miss Fisher: delitti e misteri, solitamente trasmessa sui canali Rai o, più recentemente, anche su Giallo.

La serie è gradevole, con buoni comprimari e una certa cura nei costumi della Melbourne degli anni Venti. Una volta scoperto, dai titoli di testa, che esistevano dei romanzi di Kerry Greenwood a cui la serie era ispirata mi ero incuriosita, e tuttavia la mia ricerca tra bancarelle e vecchi libri non era stata per nulla fortunata. Così, nonostante il mio interesse mi stavo rassegnando, per poi scoprire che Polillo aveva finalmente iniziato a ripubblicare i primi volumi della serie.

Decisi di acquistare e leggere il primo libro: Il re della neve di Kerry Greenwood (Polillo editore).

Le nuove edizioni hanno copertine piuttosto variopinte e vistose, che portano un po’ di vivacità cromatica tra gli scaffali (e nelle borse) e ricordano alcuni vistosi abiti della serie. Certamente in tale occasione avevo in parte in mente alcuni personaggi nella loro resa televisiva.

Cenni della trama:

Miss Phryne Fisher si muove agevolmente nell’alta società londinese, sebbene non ne abbia sempre fatto parte, è affascinante e sveglia e sembra cavarsela con le indagini, anche in occasione di ricevimenti ufficiali, ed è così riceve il suo primo incarico. Miss Fisher accetta di recarsi a Melbourne per investigare sul matrimonio della figlia del suo nuovo cliente: la domanda è se le stia accadendo qualcosa di strano. Qualcuno potrebbe attentare alla sua vita. Nel corso dell’indagine originaria, ovviamente, se ne affiancheranno altre: lo spaccio di cocaina, una rete di aborti clandestini e cameriere da vendicare. E nella nuova città Phryne incontrerà e potrebbe trovare aiuto da tassisti, cameriere, ballerini e agenti di polizia. A meno che qualcuno tra questi personaggi non sia un vero alleato.

Com’è andata la lettura e il confronto con la serie tv:

Il romanzo si legge bene, scorre, certo alcuni passi o elementi non mi hanno convinta appieno, insieme al fatto che gli accenni ai vari personaggi siano, a mio parere, un po’ troppo veloci (anche rispetto all’idea che ci si fa con la serie, lo so) e abbia fatto un po’ fatica a distaccarmi dalla versione dello schermo. Tuttavia, trattandosi del primo romanzo del filone di Miss Fisher voglio aspettare e leggere i successivi per valutare meglio e per attuare un confronto. Confronto da cui, alla prima lettura, sembra uscire più convincente la versione filmata.

Il romanzo mi è parso leggero, con una buona attenzione all’abbigliamento dell’epoca e alla sua descrizione. Inoltre, si legge rapidamente e con qualche accenno alle avventure…amorose della protagonista (di mio non gradisco eccessive descrizioni di questo genere, ma rientrano nella resa della protagonista e per ora non erano fortemente sbilanciate).
In sintesi è una lettura piacevole sebbene il primo volume non mi abbia convinta totalmente, ma penso possa essere il caso di aspettare e proseguire con un paio degli altri volumi.

Concludendo aspettavo più brio e un “tocco in più” fin da subito. Certo, essendo appunto il primo volume, in cui si mettono le basi per l’attività di detective di Phryne e si presentano i vari personaggi è giusto lasciare la curiosità (che mi è rimasta!). Inoltre vorrei capire l’evoluzione dei personaggi accanto a Miss Fisher leggendo il secondo volume.

Libri sempre pronti in borsa: Kerry Greenwood, Il re della neve (foto @unlibroinborsa).

Effettivamente il confronto tra il primo libro e la serie tv fa emergere un gran e ottimo lavoro nella scrittura televisiva oltre che della costumista. Una ancora più immediata – com’è naturale – di alcuni personaggi, più spazio ad altri che affiancano Phryne.


Aggiornamenti. Da qualche tempo fortunatamente la pubblicazione dei volumi di Miss Fisher sembra andare a regime, per cui mentre rivedo l’articolo (settembre 2022) noto che i libri usciti sono ben cinque: Il re della neve, Morte di un marito, Il treno per la campagna, Morte al molo Victoria, Morte a tempo di Jazz (qui il link di presentazione: http://www.polilloeditore.it/index.php?main_page=index&manufacturers_id=206 ).


Autori italiani · De Giovanni · ebook · gialli · Libri Consigliati · Libri e film · Libri salvalettura · libri svuotatesta · Maurizio de Giovanni · Mina Settembre · Sellerio editore

Micro letture divertenti: Un telegramma da Settembre.

Letture da ogni momento:

Maurizio De Giovanni, Un telegramma da Settembre, Sellerio Editore (foto di @unlibroinborsa).

Nonostante io prediliga spesso letture un po’ corpose, tra i libri “leggeri” e di poche pagine, meno di cento, ecco qui un librino sottile che si legge in poco ed è un vero gioiellino e che regala dei sorrisi.

Si tratta di Un telegramma da Settembre di Maurizio DE Giovanni per Sellerio editore. Tra l’altro si lega a un ricordo di una sera di qualche anno fa. Ero in coda nella mia consueta pizzeria al termine una giornata intensa e in trasferta, quando, per ingannare l’attesa, cercai qualcosa da leggere ma avevo con me solo il telefono.

Ero talmente stanca che avevo svuotato la borsa senza praticamente rendermene conto! Pazienza – mi dissi – non volevo passare del tempo su internet, così cercai qualcosa sull’applicazione del Kindle e scovai sullo store ebook questa perla.

Il tempo della coda e lo avevo finito (è segnalato con una quarantina di pagine…). Tralasciando la scena di me che rido da sola in coda rischiando perfino di perdere il tavolo (ops!) va detto questo racconto è davvero piacevole, con “qualcosa” da risolvere e con soluzioni (e situazioni) che non possono non strappare un sorriso pur partendo da realtà complesse.

Ottima lettura per trascorrere qualche momento di spensieratezza.

La protagonista è Gelsomina, detta Mina, Settembre assistente sociale in un consultorio di Napoli e in questa occasione riuscirà a tirare fuori dai guai un ragazzo e dargli una prospettiva in modo piuttosto creativo.

Probabilmente, negli ultimi tempi molti di noi hanno incontrato Mina nei libri successivi (perché dopo i racconti è diventata protagonista di romanzi) o più facilmente nella fiction di RaiUno con Serena Rossi (qui il link alla serie-: https://www.raiplay.it/programmi/minasettembre).



Autori inglesi · Fantasy · Harry Potter · Hogwarts · Inghilterra · Letture rilassanti · Libri e film · libri preferiti · Libri salvalettura · libri svuotatesta · Mini recensioni · Romanzo · Salani editore

Harry Potter e i doni della morte:

Esistono quei momenti ricchi di impegni e preoccupazioni, complici anche agguerriti rientri a lavoro che rendono piacevole e necessario un po’ di svago, relax e stacco con qualche libro “salvalettura“.  

Tra queste per me si posiziona sicuramente la serie di Harry Potter, che è ciò che ho letto nei momenti più complessi. Questa volta racconto dell’ultimo, di Harry Potter e i doni della morte di J.K. Rowling, pubblicato da Salani Editore. La mia lettura aveva accompagnato il passaggio di qualche anno fa.

Va doverosamente premesso che che appartenevo alla minoranza dei lettori che doveva ancora comperare la saga (e “oltre età”), in più ero incredibilmente sopravvissuta ai vari spoiler, tanto più che non ero mai andata troppo avanti con i film.

(“Allerta spoiler“: premetto che se, come me, siete incredibilmente sopravvissuti alle anticipazioni sulla trama, o le avete scordate tornate a leggere dopo!).

Insomma, qualche tempo fa, complice un’atmosfera vacanziera e natalizia colsi l’occasione per concludere la serie. Avevo rimandato un po’: non volevo chiudere, dovevo riprendermi dal finale del libro precedente e, forse, temevo un po’ di cambiamenti. Infine, era piacevole avere ancora accanto la possibilità di un libro “salvalettura” o “svuotatesta” in senso positivo (qualcosa che pensatoio lèvati proprio!).

La struttura dell’ultimo volume è in parte diversa: non inizia alcun anno scolastico a Hogwarts per Harry, che sta per diventare maggiorenne e, anzi, le minacce all’orizzonte sembrano quanto mai preoccupanti, nonostante l’atmosfera non diventi eccessivamente angosciante. C’è una ricerca da portare avanti, quella che gli ha affidato Silente e, a poco a poco, troveranno spiegazione e incastro molti elementi. Diversi personaggi acquistano qualche tocco in più (iniziamo con Dudley, per tutti). Ron e Hermione appaiono cresciuti, e regalano dei bei momenti. Kreacher rivela delle sorprese (il cambiamento avviene quando anche gli altri cambiano) e, soprattutto, negli ultimi capitoli ci dona davvero un sorriso.

Il finale (ma non solo) darà una possibilità a Draco e Narcissa. Poi Tonks e Lupin, gioia e tristezza (Perché, Rowling?!? O Dobby…), la semplicità e la forza di Luna, il coraggio di Neville (e grande nonna!) ed Aberforth, Arthur.
Per l’angolo serio, forse c’è una scoperta che segna l’inizio dell’età adulta: la consapevolezza che, non sempre, chi abbiamo conosciuto (in un momento, adulto) e ci ha guidato sia stato esente da errori e da fragilità e come si possa però ripartire.
I capitoli del pensatoio sono forse più densi di altro. Alla fine Piton mi è sembrato uno dei personaggi con più sfumature, ma ben pensato.  Insomma, bisogna dire che il romanzo innesca una certa ‘dipendenza da lettura’ e, infatti, che mi avrebbe portato a livelli di immersione nelle pagine, isolamento e “Via tutti, devo leggere”  da sembrare animata dal sacro spirito di Vani Sarca.

[Spoiler ulteriore:] Concludendo veramente ammetto che, nell’ultimo capitolo, ad “Albus Severus” avevo quasi la lacrimuccia, come dire che tutto ha un posto.

Ah, nota frivola, inutile dire che l’Incantesimo Estensivo Irriconoscibile è uno di quelli che vorrei assolutamente sperimentare! Pur considerando che sono migliorata notevolmente in dimensioni e peso delle mie borse, anche riguardo ai libri da mettere dentro (un sentito ringraziamento al Kindle per questa quasi magia :D)!

Autori inglesi · Charlotte Bronte · Citazioni · Classici · Feltrinelli editore · Inghilterra · Jane Eyre · letteratura inglese · letteratura vittoriana · Libri e film · libri preferiti · victober

Jane Eyre 📚 citazione 📖

Alcune delle mie edizioni di Jane Eyre (foto @unlibroinborsa)

“È inutile dire agli esseri umani di accontentarsi di un’esistenza tranquilla, perché sono fatti per l’azione e, se non la trovano, la creano. […] In genere, si pensa che le donne siano molto tranquille; ma le donne provano gli stessi sentimenti degli uomini, hanno bisogno di sentirsi realizzate, di mettersi in gioco, proprio come i loro fratelli. Soffrono quando si sentono strette da limiti troppo rigidi e soffocate da una prolungata inazione, nello stesso identico modo in cui soffrono gli uomini; e questi loro compagni più fortunati danno prova di ristrettezza mentale quando affermano che le donne dovrebbero limitarsi a cucinare sformati e a fare la calza, a suonare il piano e a ricamare borsette. È stupido condannarle o prenderle in giro quando cercano di fare e di imparare più di quanto competa, secondo il buon costume, al loro sesso”

Charlotte Bronte, Jane Eyre
Charlotte Bronte, Jane Eyre, in edizione BUR DeLuxe (foto di @unlibroinborsa).

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Rebecca

Rebecca, Daphne Du Maurier

Daphne Du Maurier, Rebecca, edizione italiana, Il Saggiatore

Qualche tempo fa feci conoscenza con un’autrice, per me “nuova”, sebbene da lungo tempo in lista d’attesa. E l’incontro è stato assai piacevole e ha avuto la conseguenza di fornire (felicemente) nuovi titoli per le letture in attesa. Daphne Di Maurier con il romanzo Rebecca mi ha ripagata del tempo passava prima di decidermi a iniziare questo libro. Da tanto volevo leggere Rebecca, noto anche con il sottotitolo cinematografico de La prima moglie. Premetto che, vergognosamente, prima della mia lettura, da buona profana cinematografica, mi mancava il film. Una cara amica mi consigliava la Du Maurier da tempo, e la mia idea era di iniziare proprio da Rebecca, prima ancora che da altri libri.

Il romanzo mi ha preso e coinvolto (tanto che fu responsabile del ritardo di qualche cena casalinga: volevamo interrompere sul più bello?!). Ho gustato le descrizioni dell’autrice, il suo creare tensione con un’assenza che si trasforma quasi in presenza, la capacità con cui coinvolge il lettore nella vicenda fino alla fine (e chi lo ha letto comprenderà maggiormente cosa voglio dire). La Du Maurier ci trascina in un mondo e ci fa seguire i pensieri e le ragioni dei suoi protagonisti. Inoltre, sono rimasta rapita da come la Du Maurier riesca a unire stati d’animo, emozioni e paesaggio, anche con atmosfere che alcuni critici hanno definito “gotiche” e che – lo ammetto, sebbene sia (stra)abusato – mi hanno, alle prime righe, ricordato la mia amata Jane Eyre. E ciò anche nell’iniziale scena del sogno.

Pausa in compagnia della lettura di Rebecca della Du Maurier (foto di @unlibroinborsa)

Da un paio di anni, oltre allo storico film di Hitchcock esiste una nuova versione di Rebecca, per Netflix, che però sembrava perdere un po’ di fascino. Inoltre, ricordo vagamente anche un miniserie della Rai.