La verità è figlia del tempo di Sara Pretolini
Bentrovati!
Colgo l’occasione di qualche ritaglio di tempo per raccontare una delle letture piacevoli degli ultimi mesi, che è stata una piccola bella scoperta, si tratta di La verità è figlia del tempo di Sara Petrolini per Porto Seguro editore.

Qualcuno si potrebbe ricordare di aver visto occhieggiare il libro in qualche storia del profilo instagram (o tra le storie salvate dei LibriInAttesa o Letture in corso), dato che è stato un graditissimo regalo dell’Epifania.
Preannuncio che si tratta di un giallo, un cozy crimes che ho apprezzato e che sono contenta, finalmente, di poter scrivere qualche dettaglio in più, visto poi che è da tanto che rimando.
La trama:
La protagonista è Teresa Rota, giovane archeologa che viene “attirata” nuovamente nel suo paesino natale dal padre, commissario locale, che la mette in contatto con un cantiere alla disperata ricerca di un’archeologa che possa affiancarli nel corso dello scavo di una necropoli appena iniziato. L’opportunità di lavoro, la possibilità di tornare vicino a casa e agli amici tenta Teresa, che si fa avanti e viene presto assunta.
Il primo impatto con il cantiere già avviato avviene in una mattina terribilmente piovosa, ben oltre i confini del centro abitato e lungo una statale quasi deserta. E l’approccio iniziale non è dei migliori: l’archeologa è l’ultima arrivata, guardata tra l’indifferenza e il sospetto dagli altri bizzarri (o loschi?) componenti del gruppo, a cui si aggiunge il fatto che la direttrice dello scavo non sia particolarmente amichevole, né faccia molto per metterla a proprio agio.
La nostra protagonista dovrà occuparsi delle epigrafi che stanno emergendo dallo scavo.
Per fortuna Teresa, la cui passione emerge con entusiasmo davanti ai primi reperti, ha anche tre colleghi più gradevoli e con cui entra, poco alla volta, in maggiore confidenza.
Ma se la nuova arrivata, alla distratta ricerca di un attrezzo, cade in una delle trincee dello scavo, finendo proprio sopra un recente cadavere la sua popolarità non migliora, e ciò tantomeno con l’arrivo del padre commissario di polizia e del medico legale.
Così, per non rivelare troppo, complice la situazione, la curiosità, lo scavo in corso, i colleghi, il lavoro del padre e non di meno l’attrazione per un giovane poliziotto, che però dopo alcuni trascorsi la ignora sistematicamente, Teresa si ritrova stranamente coinvolta nelle indagini, e forse in altro, e cerca di svelare il mistero con la complicità della sua più cara amica, dell’attraente poliziotto e di nuove conoscenze.
La mia esperienza di lettura:

Mi sono imbattuta nel titolo (sì, è stato un regalo vagamente ispirato da me, ecco) mentre ero alla ricerca di un giallo, un cozy crimes e dopo aver conosciuto, tra queste pagine e instagram, Sara Petrolini e il suo bel blog Latte&Biscotti (che vi consiglio di visitare anche per ispirare nuove letture). Ed è stata davvero una bella scoperta!
Un cozy mistery molto piacevole, scorrevole e che unisce nella sua trama archeologia, ironia e indagini.
Seguiamo fin da subito Teresa nella sue avventure e disavventure, con uno sguardo che coglie l’ironia e le stravaganze. La affianchiamo nel farsi un’idea del cantiere e dei vari colleghi che incontra, la sua curiosità per i reperti, che si innesca dopo l’iniziale delusione per l’ambiente poco ospitale, o con regole differenti, in cui si trova catapultata a lavori avviati.
Una protagonista che lascia trasparire la passione per il proprio lavoro e per il mondo dell’archeologia, a cui riconosce un fascino magnetico. Teresa che riesce a stupirsi e incantarsi davanti a questi oggetti che attraversano il tempo e sa farli parlare con tenacia, anche nei momenti che mettono alla prova il suo entusiasmo.
Il romanzo ci guida poi attraverso aspetti dell’archeologia, resi facilmente fruibili e ben collocati all’interno del testo, distribuiti in modo funzionale e naturale nella trama, senza rischio di appesantire la narrazione.
È bello seguire il progredire delle indagini, sia sul crimine sia archeologiche, tramite Teresa e l’amica di vecchia data, e parte dei nuovi collaboratori, oltre ad un affascinante poliziotto che riesce a far perdere la pazienza alla nostra protagonista.
Ho trovato la scrittura e i personaggi del romanzo, in particolare Teresa, ben costruiti, come la storia che è pervasa da tocchi ironici che rallegrano e alleggeriscono la tensione.
Inoltre provo molta simpatia per Teresa, appassionata e con una sottile vocazione per combinare guai o per le figure imbarazzanti, dotata di autoironia, amante di piccoli piaceri confortanti come momenti di condivisione con la sua più cara amica (e temporanea co-investigatrice), e provvista di una curiosità vivace (e a volte pericolosa?).
Le pagine di La verità è figlia del tempo si leggono piacevolmente grazie al loro mix di indagini, archeologia, divertimento, misteri e ironia.
Dal romanzo traspare l’amore della sua autrice per il mondo dell’archeologia, e i suoi delicati procedimenti.
E, per concludere…
Esiste un romanzo precedente, L’uomo nella foto che è la prima indagine in cui Teresa è coinvolta, edito da Dialoghi Editore, di cui ormai sono curiosissima(issiama) ma che, per ora, risulta ancora fuori catalogo: che dire se non che spero che ci siano presto delle ristampe o nuove edizioni. Ho proprio voglia di incontrare di nuovo Teresa!
Nel caso abbiate il dubbio, il romanzo si legge benissimo senza conoscere questo esordio teresiano, non ho avuto alcuna difficoltà, sebbene spero che giunga nuovamente alle stampe il libro iniziale di Sara.
Se, nel frattempo, qualcuno fosse interessato ad approfondire gli aspetti del cozy mystery e questo genere, Sara ne parla in questo bell’articolo del suo blog, che vi suggerisco e di cui vi lascio il link, tanto più che è corredato da suggerimenti di gustose letture: https://latteebiscotti.it/il-cozy-mystery-sfumature-di-giallo/
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