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Per la brughiera di Martina Tozzi: alla scoperta della famiglia Brontë

Per la brughiera di Martina Tozzi: alla scoperta della famiglia Brontë in compagnia del GdL #autriciestoriedimenticate

Giusto in tempo, prima della conclusione dell’anno, vi racconto una lettura appena conclusa che ho apprezzato davvero molto e che vi consiglio, soprattutto se amate scoprire le vite e le vicende delle autrici del passato che più amate.

Per la brughiera è un romanzo che inserisco felicemente tra quelli per me più belli letti in quest’anno, non in una classifica (in fondo non saprei decidermi sui primi posti, da brava indecisa) ma quel gruppo – fortunatamente ampio – di bei libri che mi hanno donato ore piacevoli, profonde, divertenti, curiose, commoventi… insomma gioiose. Un gruppo, come amici intorno a una tavola.

Veniamo a noi! Mi sono da poco congedata dall’ultimo romanzo di Martina Tozzi Per la brughiera, edito da Nua editore, e dedicato alla famiglia Brontë: alle vicende delle sorelle e del fratello Branwell. Sono pagine davvero interessanti e piacevoli e finalmente, districandomi tra familiari, carte e pacchetti, teglie da infornare e commissioni in bilico tra le settimane di dicembre, Natale e capodanno, riesco a raccontare com’è andata la lettura.

Qualche piccola premessa:

Frequentando la pagina temo appaia abbastanza evidente che alcuni scrittori siano tra i miei preferiti, nelle loro parole – come penso accada a tante persone – trovo sempre qualcosa di nuovo o su cui valga la pena tornare, per scoprire nuovi aspetti o godere del piacere di ritrovarci tra qualcosa di caro e amato. E così avviene in particolare per Charlotte Brontë, con cui scoccò l’amore a partire da Jane Eyre, fino alla ricerca degli altri suoi titoli (come fare senza Shirley?), e non di meno con la sorella Anne.

Fu così che quando Nua Editore annunciò l’uscita di Per la brughiera rimasi incantata dall’idea di approfondire la conoscenza dei Brontë tramite un romanzo che si soffermasse sulla loro vita.

Poi nacque l’idea di partecipare al Gruppo di Lettura #autriciestoriedimenticate di Giorgia, Michela, Elisa e Samuela che, grazie alle sue tappe fosse un’occasione per scambiarci idee, consigli, impressioni e informazioni sul romanzo e sulle sue protagoniste e ci offrisse l’opportunità per condividere il momento della lettura.

Qualche accenno alla trama e all’autrice:

Per la brughiera è la storia romanzata della famiglia Brontë, scritta da Martina Tozzi.

Nel 1821 ad Haworth, un remoto paesino dello Yorkshire, immerso nell’impervia brughiera, un giovane reverendo, Patrick Brontë, resta vedovo con sei figli ancora piccoli di cui occuparsi. I fratelli trascorrono così un’infanzia isolata, nella tetra canonica piena di spifferi, circondati dalla natura e immersi nei loro giochi, sostenuti nella
solitudine da un’immensa fantasia, che permette loro di lasciare la brughiera e di vagare nei reami fantastici dell’immaginazione.
Lettori avidi e curiosi di tutto ciò che li circonda, i bambini riescono a trasformare la loro quotidianità spesso monotona in avventure esotiche.

Charlotte e Branwell sono ambiziosi, cercano un riconoscimento per la loro arte e si sentono andare stretti la canonica in cui sono cresciuti; Emily è libera e amante della natura, selvatica come la sua diletta brughiera; mentre Anne è la più tranquilla e dolce, ma allo stesso tempo risoluta e responsabile.

In un’epoca in cui il destino di una donna è quasi sempre quello di essere una moglie e una madre, le tre sorelle rivendicano la loro indipendenza e, guidate dall’intraprendenza di Charlotte, riescono ad affermarsi in un mondo quasi esclusivamente maschile, mettendo sulla carta i loro fantastici mondi interiori.

Storia e leggenda si fondono avvolgendo in un manto di affascinante bellezza gotica la vita delle tre sorelle Brontë, Charlotte, Emily ed Anne.

Martina Tozzi è nata a Siena, dove vive con i suoi gatti. Ha iniziato a scrivere da bambina e non ha mai smesso. Oltre alla scrittura, le sue passioni sono la storia, la poesia e gli animali. È profondamente interessata alle tematiche ambientali. Ha già pubblicato L’ultima Strega per HarperCollins e Il nido segreto per Nua Edizioni.

La mia lettura:

Ho trovato il romanzo davvero scorrevole e di piacevole lettura, la scrittura di Martina Tozzi invoglia a proseguire e, capitolo dopo capitolo, ad andare alla scoperta delle vicende delle sorelle, tanto da non accorgersi del numero di pagine (complice un po’ di isolamento casalingo mi sono trovata a metà libro senza neanche accorgermene).

Sono stata rapita già dalle prime righe, dalle descrizioni poetiche della brughiera e da come l’autrice abbia caratterizzato i singoli personaggi, fin dall’inizio e fin da bambini. Questo sia per le sorelle, che emergono con la loro individualità e il forte legame, sia per Branwell che condivide con loro sogni, aspirazioni e il magico mondo che creano insieme ma che sembra faticare nel “tenere il passo” con le aspettative riposte in lui dalla famiglia.

Già le primissime pagine portano il lettore nella canonica di Haworth, con la brughiera che si apre al di fuori di porte e finestre e che accompagna sempre la narrazione. Già l’inizio è particolarmente coinvolgente e commovente. (Mi scuso per il dettaglio un po’ inutile ed assai personale ma, lo ammetto, la capacità descrittiva e poetica dell’autrice ha risvegliato in me alcuni ricordi toccanti e mi ha richiesto di spezzare un po’ la lettura del primo capitolo, ma sono quei momenti in cui ci si accorge della ricchezza dei libri e di come ci accompagnano nella vita e nelle emozioni).

Pagina dopo pagina gli elementi storici e biografici della famiglia Brontë si intrecciano in maniera fluida e naturale con quelli più romanzati creando un crescendo da cui ho faticato a staccarmi. Anzi, la conclusione è stata molto coinvolgente, emozionante, anche dolorosa, e accompagnata da quella strana nostalgia che si prova sempre quando si gusta un bel romanzo.

Per la brughiera parte dalla morte della madre dei Brontë e segue l’infanzia dei giovani fratelli, amati e accuditi dal padre, dalla zia e dalle figure che li circondano, come Tabby, e con la compagnia di una sorta di altra protagonista costante che è la brughiera, a loro così cara. I fratelli crescono immersi nell’affetto familiare, nei grandi esempi e nei libri. I Brontë immaginano fin da subito un loro mondo, dove creare le loro avventure e i loro regni, le storie di una terra popolata di grandi uomini e donne e di avventure magnifiche. E’ un luogo immaginario che li accompagnerà sempre e stimolerà la loro creatività, la voglia di scrivere e di consegnare anche agli altri e ai posteri le diverse loro storie.

Attraverso i capitoli, introdotti da citazioni dagli scritti dei fratelli, conosciamo le vicende di Anne, Charlotte, Emily e di Branwell, percepiamo le grandi aspettative riposte in lui e le apparentemente più ristrette strade che si aprono, invece, per le donne: una scuola lontana da casa e la futura ipotesi di insegnare, o di divenire istitutrici, gli unici lavori femminili possibili e che, al tempo, erano ritenuti decorosi.

Il romanzo ci porta a seguire le sorelle nel loro doloroso trasferimento nel collegio, con le descrizioni della scuola lontana dall’amata brughiera e dalla casa accogliente, la stessa località che ispirerà poi Charlotte per le descrizioni dure di Lowood in Jane Eyre e le sue pessime condizioni, i lutti che ne seguono, e le successive esperienze scolastiche non sempre felici ma che portano inevitabilmente alla luce le loro capacità e, anche, il desiderio di narrare di Charlotte, Emily e Anne e il loro valore. E l’ambizione della maggiore.

E’ alla brughiera che le nostre protagoniste tornano e da essa attingono la loro maggiore ispirazione, nonostante gli ostacoli esistenti e, nonostante venga detto esplicitamente e chiaramente a Charlotte che non è compito di una donna scrivere e che non dovrebbe indugiare in simili attività.

Nel romanzo scopriamo anche le paure e le resistenze – talvolta le vere e pungenti insofferenze – delle tre sorelle rispetto al loro lavoro, i loro dubbi e degli episodi biografici che poi riverseranno nei loro testi.

Ho molto apprezzato come l’autrice sia riuscita a trasmettere in modo vivo ed avvincente la nascita delle opere delle sorelle, la loro quotidianità nella brughiera, il loro modo di scrivere, il loro riunirsi e camminare intorno al tavolo, o il desiderio del viaggio in Belgio che si impadronisce di Charlotte e la sua attuazione. Mi è molto piaciuto che il romanzo abbia dato spazio ai dubbi delle sorelle, alle loro speranze che sono descritti in maniera così coinvolgente. Ho amato come Tozzi sia riuscita a raccontare Anne e il proprio posto, a porre l’attenzione sulla sua genialità nel guardare e descrivere aspetti sempre assai attuali e a raccontarli nei suoi romanzi con una sensibilità eccezionale. Così come emerga l’animo di Emily o la fiera testardaggine di Charlotte.

Per la brughiera si sofferma sulla vicenda ardua della prima pubblicazione delle opere delle sorelle – con spunti attuali – e sulla preparazione delle edizioni da parte delle sorelle intorno al loro tavolo. E’ bello seguire la storia del successo dei loro romanzi pubblicati sotto pseudonimo, l’incredulità dell’editore nel conoscerle, i rapporti che ne nascono. I capitoli ci fanno sorridere o indignare insieme alle sorelle nel leggere le prime recensioni delle loro opere tra ammirazione e critiche e disquisizioni sull’identità del misterioso autore.

A conclusione della lettura devo ringraziare di cuore Martina Tozzi per aver raccontato in Per la brughiera delle tre sorelle Charlotte, Emily e Anne e di Branwell, per farceli conoscere ancor di più, e per aver messo su carta i dubbi delle giovani Brontë, la brughiera, per aver dato vita (rinnovata) alla figura di Charlotte (e di Anne, le mie due sorelle preferite).

Una lettura davvero scorrevole e piacevole, che avvicina ancora di più le nostre autrici e chi ebbe modo di star loro accanto, e che mi ha messo una gran curiosità e desiderio di scoprire anche le loro opere meno note e le lettere insieme alla voglia di approfondire la vita dei Brontë.

Un romanzo che consiglio se conoscente già le Brontë, se volete scoprire di più qualcosa su di loro o se siete curiosi, o affascinati dalla storia della letteratura e degli autori. Ma che consigli anche se cercate una scusa proprio per iniziare a conoscere (e a leggere) queste autrici, o se amate la brughiera, o se siete alla ricerca di una storia che vi conforti e vi regali riflessioni, idee, e quel pizzico di testardaggine o passione per continuare a proseguire la propria strada.

Ringrazio l’editore per la disponibilità e la copia digitale del romanzo.

Dettagli sul libro

TITOLO: PER LA BRUGHIERA
AUTRICE: MARTINA TOZZI
PAGINE: 625 PAGINE
FORMATO: BROSSURA CON ALETTE A5 / EBOOK
PREZZO: 18,00 € (cartaceo); 5,99 € (ebook)
ISBN: 9791281026131; ISBN EBOOK: 979-12-81026-12-4


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Un Natale in compagnia di Elizabeth Gaskell

In questi giorni mi sto dedicando ad alcuni racconti a tema natalizio e non poteva mancare un tocco di Elizabeth Gaskell!
Oggi minata facendo compagnia il racconto “Un Natale di sole e tempesta”, di Elizabeth Gaskell pubblicato da Vintage Editore e tradotto da Sara Minervini.
Una lettura di una delle mie scrittrici preferite per questa vigilia, una storia luminosa e piacevole, con tocchi di ironia e atmosfere natalizie e che tocca argomenti cari alla Gaskell.

Un Natale di sole e tempesta è un testo che ha il sapore dei racconti tradizionali, ci consegna un messaggio di speranza, unione e solidarietà, ci parla della strada per arrivare alla condivisione, del superamento dei dissapori e di differenze che non sono più ostacoli, ma punti di partenza e occasioni di incontro.
Una storia che vi invito a scoprire e che, come scrive Sara Minervini, è un “classico racconto dal sapore un po’ fiabesco che si narra, in una fredda sera invernale, e magari proprio la sera di Natale, con la famiglia raccolta attorno a uno scoppiettante caminetto per sorridere un po’.”


Trama 📚🎄
Nella gelida atmosfera di un Natale vittoriano, una coppia di tipografi, Jenkins e Hogdson, dipendenti di due giornali concorrenti, insieme alle rispettive mogli, si trovano ad affrontare peripezie e vicissitudini che solo lo spirito delle feste saprà sanare.
Tra gatte dispettose, antiche carole, salsicce e tortini di carne, Elizabeth Gaskell regala ai lettori una brevissima novella piena di ironia, senza dimenticare che il Natale è soprattutto amore per il prossimo.

Buona vigilia!