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Letture “rinfrescanti”: Ljubov’. La neve tra le betulle

Ljubov’. La neve tra le betulle

di Antonella Iuliano

Oggi desidero raccontarvi una delle mie ultime belle letture, che merita davvero di essere gustata. 

Molti di noi stanno preparandosi a gustare qualche giorno di vacanza, magari nelle prossime settimane, e le temperature estive rendono piacevole pensare a temperature meno calde.

Così, per l’occasione, vi propongo una lettura rinfrescante e avvincente che ho conosciuto grazie alla proposta dell’autrice, si tratta di Ljubov’. La neve tra le betulle di Antonella Iuliano. L’autrice è stata davvero gentile e carina e, grazie e tramite la casa editrice Genesis Publishing, mi ha fornito l’ebook del romanzo. 

La trama in breve:

La storia è ambientata in Russia, a Leningrado e nel paese, poco distante di Vyrica. 

Si tratta del proseguimento del precedente romanzo di Iuliano: Ushanka. I ponti di Leningrado, ma la lettura procede benissimo anche senza conoscere le vicende lì narrate, io stessa non ho avuto alcuna difficoltà (solo la curiosità finale di scoprire gli eventi che hanno coinvolto, in passato, i nostri protagonisti). 

È il 1964, Yurij Metjanov lavora a Leningrado in un negozio di colbacchi, ha un legame saldo e affettuoso con il fratello più grande Pasha, e con Alexandra e il nipotino. Tuttavia il ragazzo sembra, soprattutto agli occhi attenti del maggiore, meno vivace, forse rassegnato e Pasha vorrebbe per lui qualcosa d’altro, magari pure l’amore per una ragazza. Yurij, però, sembra non pensarla allo stesso modo, ha la sua vita, il lavoro e preferisce essere lo zio affettuoso del bambino del fratello e dedicare attenzione a fare divertire lui e i piccoli loro vicini, aiutarli nei loro giochi, più che alle fanciulle. 

Un giorno, nel silenzio quasi irreale del cimitero di Tichvin, dove Yurij si è recato di nascosto e in solitaria per cercare la tomba dello scrittore Fedor Dostoevskij scorge, proprio davanti a quella stessa tomba, una ragazza, con fluenti capelli castani che scendono sotto il colbacco. È strano, non solo perché in quegli anni il cimitero è poco frequentato, ma anche perché è vietato leggere il grande autore russo, i suoi romanzi non sono più stampati. 

La ragazza è ferma, in raccoglimento dinnanzi alla tomba di Dostoevskij, vi ha deposto un fiore. I due hanno uno scambio di sguardi, sorpresi e furtivi, e lei gli cede il posto e fugge via, senza dire una parola. Yurij non riuscirà a raggiungerla. 

Qualche sera successiva, durante una festa, il nostro protagonista accorre nel paese vicino per dare aiuto dopo un incidente, e scopre che che è lì che vive quella che chiama nella sua mente “la ragazza di Dostoevskij”. Lì la vede, in compagnia di una bimba dal cappottino rosso. 

Nei giorni successivi Yurij andrà alla ricerca della donna, tra le isbe e la neve e tra i fusti leggeri delle betulle e, finalmente, entrerà in contatto con lei: Nina, la ragazza di Dostoevskij. E proprio il grande autore, nascosto e “illegale”, li unisce più di quel che si pensa. 

Non racconto altro sulla trama per non rivelare troppi dettagli, ma i nostri protagonisti si doreranno davanti una realtà complessa, degna di un grande romanzo russo, che rimetterà in gioco vicende passate e di cui credevano di sapere tutto, storie che risalgono fino ai tempi dell’assedio nazista di Leningrado. 

La mia opinione sulla lettura:

Il romanzo di Antonella Iuliano scorre in maniera appassionante, tra paesaggi innevati, betulle, slitte, isbe colorate e calde e manicaretti tradizionali, con una scrittura che ci trascina pienamente dentro la storia. Ci porta con sé sia nelle pause silenziose tra la neve, sia nelle grandi prospettive della città o nei locali.

Da lettrice che si è innamorata presto dei grandi romanzi di Dostoevskij ho apprezzato molto che questo scrittore sia il filo rosso che unisce i personaggi. Come ho amato l’attenzione che viene riservata alla sua lettura clandestina, dato che venne vietata la stampa e la lettura delle sue opere, così che le copie che erano sfuggite alla distruzione erano come tesori, ma assai pericolosi da conservare e leggere in estrema solitudine, per la propria sicurezza. 

Questi aspetti sono molto interessanti e trovarli inseriti nel romanzo mi ha lasciato la spinta e il desiderio di approfondire l’argomento – che conoscevo solo in piccola parte – oltre alle preziose indicazioni che Antonella fornisce nel suo testo e nelle note, ben curate. Per cui debbo ringraziarla anche di aver riacceso questa curiosità in me.

L’autrice è riuscita a calare con naturalezza usanze, luoghi termini e pietanze tradizionali russe nel racconto, tratteggia gli spazi così attentamente da renderci facile immaginarli nella loro bellezza (lo stesso, lo confesso, vale per i dolci e la loro bontà). 

Il libro mi è piaciuto molto, personalmente lo ho trovato bello e avvincente, con il giusto ritmo, calato nei fatti della Storia più recente: in un periodo degno di essere conosciuto più dettagliatamente, e credo che lo spunto per questi proseguire con gli approfondimenti possa nascere proprio da questo bel romanzo.

Nelle pagine di Ljubov’. La neve tra le betulle i protagonisti, pur dovendo fare i conti con trascorsi dolorosi, trasmettono una grande speranza, bellezza, e un amore per il bello (molto) che si incontra, una speranza per il futuro e, dopo delle difficoltà, una nuova vita felice, forse inaspettata ma attesa e desiderata.

Desidero ringraziare la casa editrice e l’autrice per la cortesia e la copia digitale del romanzo.