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Scaffali moooolto rilassanti

Scaffali moooolto rilassanti, colorati e con un tocco (anzi tre) lievemente vintage (Heyer ♥️): uno scorcio di letture e storie ancora da esplorare e gustare! Libreria a parte è un momento un po’ frenetico e dedico il prezioso tempo ricavato per la lettura a libri rilassanti, bucolici e un po’ primaverili, gialli e cosycrime (tanti di questi due) e con una spolverata di classici. Con scelte di letture rigorosamente a sentimento. Invece, questa sera vi mostro un angolino tutto relax e lievemente rosato di Non Letti, ecco qui:

Tre romanzi della Heyer che ancora mi mancano (recuperati tra bancarelle e una svendita della biblioteca): La ragazza chiamata Carità; Belinda e il duca; intrighi al castello in edizione Sperling; No

n è la fine del mondo di Alessia Gazzola (perché una Gazzy di scorta bisogna sempre averla: già letta o ancora da scoprire); La

regina della casa di Sophie Kinsella che sembra un giusto equilibrio e che non leggo da secoli. (Sì, ignorate il caos che si intravede e incombe sulla sinistra, come le mie scadenze)

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Natale a Longbourn:

Letture invernali e non solo

Oggi, con lo sfondo di una giornata dal pieno aspetto invernale, approfitto per condividere con un po’ di ritardo una delle mie ultime letture, che mi ha regalato dei momenti sereni e piacevoli e che potrebbe essere adatta a chi desidera tornare ancora in compagnia dei personaggi di Jane Austen.

Dopo settimane passate tra impegni lavorativi e familiari, preoccupazioni, (tentativi forse vani di) organizzazione varia e (l’inseguimento di) incastri di scadenze, ritorno a piccoli passi a pubblicare con un po’ più di regolarità.

Nonostante la mia percezione di leggera frenesia del periodo, e lista infinita di scadenze di gennaio e febbraio, non sono mancati momenti in cui gustare storie e pagine anzi come accade spesso, talvolta, anche una piccola pausa lettura appare quasi un antidoto o una sana boccata d’aria rinfrancante. E’ bello riscoprire il modo in cui queste storie regalano qualche minuto, o ora, di svago, di riflessione e ripresa. A maggior ragione se sono compagni di viaggi pendolari. 

E delle letture degli ultimi tempi, che hanno ancora una componente invernale e natalizia, torno finalmente a scrivere, approfittando delle temperature più rigide e di un meteo assai più freddo e piovoso. Inizio con un romanzo confortevole, con un tocco austeniano, che mi ha permesso di prolungare le sensazioni piacevoli e calde che accompagnano le feste e le vacanze. 

Si tratta di Natale a Longbourn di Karen Aminadra per Vintage editore che me ne ha proposto la lettura e che ringrazio per l’opportunità. Per una serie di incastri personali mi sono ritrovata immersa in una Longbourn innevata e addobbata a festa proprio mentre la mia quotidianità riprendeva il suo ritmo più intenso e, lo ammetto, è stato molto molto bello e rilassante.

Il romanzo è una delle continuazioni che l’autrice ha pensato per uno dei romanzi della Austen più amati e popolari, Orgoglio e pregiudizio, ambientato durante il periodo natalizio. La casa editrice barese sta portando in Italia e traducendo, da alcuni anni, titoli simili nella sua interessante collana Variazioni, che vi consiglio se amate il genere e ne siete incuriositi. Invece le storie più spiccatamente natalizie trovano il loro posto nella collana Christmas, proprio come Natale a Longbourn.

Natale a Longbourn:

Attenzione: un dettaglio della trama potrebbe costituire uno piccolo “spoiler” del precedente romanzo Wickham di K. Aminadra (Vintage Editore). Gli eventi narrati in Natale a Longbourn tuttavia richiamano solo un evento, ragione per cui può essere letto indipendentemente dall’altro romanzo e anche non in sequenza.

Bastano poche pagine per tornare a Longbourn, dove troviamo i coniugi Bennet e le due figlie Mary e Kitty, ancora non sposate.

In questa continuazione di Orgoglio e pregiudizio la Aminadra dedica la sua attenzione alle due sorelle, dopo che le maggiori si sono sposate, così come già accaduto a Lydia. Vediamo una Longbourn sotto la neve, mentre altre nevicate sembrano in arrivo, il tutto con grande inquietudine (e lamentele) di Mrs. Bennet che non riesce a darsi pace: se andrà avanti così non solo rischia di saltare il ballo ma come faranno a raggiungere Netherfield a Natale per ricongiungersi con Lizzie e Jane e le rispettive famiglie?

E, come se non bastasse, Mr. Bennet sembra non prendere sul serio le angustie della padrona di casa, così come le figlie nubili che, per di più, non ritiene affatto collaborative neppure sul versate matrimoniale, dopo che l’ultimo pretendente si è interessato alla cara e povera Lydia. A Longbourn ormai sono rimaste solo Mary e Kitty. La prima inizia a stancarsi di essere sempre relegata in disparte, esclusa e mai ascoltata, mentre la seconda è ancora provata da una forte delusione amorosa: l’uomo che era destinato a lei le ha preferito la più giovane sorella, fresca vedova di Mr. Wickham, con il suo carattere apparentemente più vivace e chiassoso. 

Mary si propone di migliorarsi, di provare a essere più aperta e dedicarsi a un’attività, domandandosi se sia destinata a una vita solitaria e da zitella o se pure lei possa mai imbattersi in un affetto speciale come le maggiori. Allo stesso tempo la giovane si chiede se sia possibile per lei avere un rapporto complice con la sorella che è rimasta a casa, la vede soffrire ma l’esclusione in cui è relegata non pare facilitare il loro avvicinamento. Kitty, invece, fatica ancora a riprendersi dalla delusione del mancato fidanzamento e, soprattutto, da quello che percepisce come tradimento della sorella minore e non solo di lei. Infatti la ragazza mal sopporta che le venga ricordato e lodato da tutti il recente matrimonio di Kitty: le pare un proprio fallimento, oltre che una scelta inopportuna per una vedova con un figlio. Allo stesso modo di Mary anch’essa si pone la domanda se sarà mai in grado di trovare marito con cui costruire una famiglia felice o se non sia una posizione da nubile quella che attende solo lei.

Così, complice un tempo che sembra trattenere tutti in casa, con la concessione solo di qualche passeggiata tra la neve, per le sorelle si presenta l’occasione per conoscersi realmente dopo anni e di cercare la propria strada e il proprio posto. E forse è il momento di farlo insieme. Si prospetteranno così momenti e confidenze sororali, nuove temporanee occupazioni che forniranno uno scopo alle ragazze (e ne sveleranno a loro stesse le abilità) e chiacchierate con amici recenti, ma non mancheranno parenti e vicini, alcuni impiccioni, altri alleati e gentili.

E a completare l’opera giungerà una delle peggiori tempeste di neve degli ultimi anni, che costringerà tutti i parenti arrivati per le feste, il nuovo parroco e alcuni vicini a trascorrere insieme i giorni di Natale a Longbourn, con gran preoccupazione iniziale di (e per) Mrs. Bennet.

Com’è andata la lettura:

Il romanzo è un’ottima occasione per tornare a visitare e a immaginare nuove storie con i personaggi di Orgoglio e pregiudizio una volta concluso il libro della Austen, un po’ come ritrovare amici durante le feste.

La narrazione è assai scorrevole, e trovo che si inserisca bene nel filone austeniano. Ho molto apprezzato questo proseguimento che rappacifica le sorelle, e ci consegna una Kitty esuberante ma più matura, visto il tempo passato, e insospettabile alleata di una Mary che sta subendo cambiamenti, graduali, senza tradire evidentemente il personaggio che emerge dal testo originale. Anche Jane e Lizzie, con i rispettivi consorti, pur non protagonisti si affiancano in maniera coerente con quelli che ricordiamo.

Ho gradito molto anche il ricreare qualche momento più ironico tra Mr. e Mrs. Bennet (e i suoi poveri nervi) e le figlie di modo che anche i genitori mantengano il loro carattere e si creino alcuni battibecchi.

Natale a Longbourn si legge davvero bene, anche ben dopo il periodo natalizio, riporta un tocco di leggerezza e ci propone degli spunti per immaginare la vita dei personaggi dopo aver chiuso il romanzo di Jane Austen. Anzi, devo ammettere di aver gradito ancor di più questa versione rispetto a quella scorta in Wickham, che ci consegnava solo una porzione della storia precedente agli eventi natalizi che ho trovato in queste pagine.

Un romanzo davvero gradevole, adatto per passare alcuni momenti sereni tra la neve (cartacea) che avvolge la casa e per gustare un proseguimento della storia (o un suo inizio) per i personaggi che ci hanno fatto compagnia nella lettura di uno dei classici più amati, e pure l’occasione per giocare con la Aminadra a immaginarne una continuazione.

Ringrazio la casa editrice Vintage per la copia digitale.

Dettagli:

Titolo: Natale a Longbourn

Autore: Karen Aminadra

Editore: Vintage Editore

Collana: Christmas

Pagine: 235

Formati: Cartaceo; ebook

Prezzi: cartaceo 10 euro; ebook 5,99 (oppure Incluso con Kindle Unlimited).

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Due tra le (belle) letture degli ultimi mesi:

Astoria editore · Autori inglesi · Lettura in corso · Letture · Letture condivise · M.C. Beaton · Regency · Tea Libri

Lettura condivisa

📚Oggi inizia una gustosa lettura condivisa in compagnia della cara @cassandra.lloyd.92

Un viaggio, con il sorriso, tra le strade londinesi, guidati dalle parole e atmosfere create da M.C. Beaton, autrice che ho già amato quando ha dato vita alla detective (non ufficiale) Agatha Raisin e che ora non vedo l’ora di seguire tra pagine dal sapore regency.

📚La trama promette bene:

Alla fine dell’inverno del 1807, al signor Roderick Sinclair, avvinazzato e povero, muore il fratello, che gli lascia “in eredità” la sua pupilla, Fiona, da lui adottata in un orfanotrofio. La ragazza è bellissima e di un’ingenuità estrema, e l’unico modo che Sinclair vede per fare soldi da questa strana situazione è quello di portarla a Londra e farle fare un ricco matrimonio. Affitta quindi 67 Clarges Street, una casa talmente iellata da avere un costo basso. Quasi subito Fiona si dimostra meno ingenua del previsto e la servitù capisce che un modo per vivere meglio è quello di aiutare la ragazza a realizzare il proprio sogno.

È il romanzo da cui parte una serie di avventure del personale e dei diversi affittuari della casa londinese alle prese con la Stagione e i suoi eventi che è giunta in traduzione italiana grazie alla casa editrice Astoria (la mia complice della mia scoperta dell’autrice e di Agatha).

Pronte alla partenza! Finalmente mi dedico a questa serie, per la nostra lettura ho scelto l’edizione cartacea Tea Libri con una copertina piuttosto evocativa.

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BlogTour di Una donna fuori dal comune

Una donna fuori dal comune: recensione

Dopo gli approfondimenti del Blog Tour sulla varie pagine delle compagne di lettura oggi racconto com’è stata la mia lettura di Una donna fuori dal comune di Darcie Wilde edita per la prima volta in Italia da Vintage Editore

Inizio con qualche dettaglio sulla trama

La vicenda comincia con la giovane protagonista Rosalind Thorne alla sua prima Stagione londinese. Una sera, dopo una serata danzante particolarmente felice ed emozionante, la ragazza scopre, nel cuore della notte, che il padre è fuggito a causa della situazione economica della famiglia, abbandonando lei e la madre.

Da allora Rosalind, grazie a Lady Blanchard, inizia lentamente una nuova vita sfuggendo lentamente allo scandalo e alla rovina. 

Dopo qualche anno ritroviamo Miss Thorne che si è ormai trasformata in una sorta di segreteria delle dame della più alta società londinese, è quanto mai abile a organizzare strategici inviti a balli eventi e debutti per altre famiglie. È capace di scegliere i migliori accessori e di fare in modo di risolvere i piccoli scandali facendoli rimanere occultati o ben gestiti sulla stampa: una donna appunto, fuori dal comune, che ha due amici fidati anche tra i giornalisti. 

È per questo suo ruolo che la ricontatta la sua madrina Lady Blanchard, per far trapelare nei giusti tempi che il priori ruolo di patronessa di Almack, si sta rendendo libero. Neppure il tempo di iniziare e Rosalind incontra già una donna interessata: Lady Aimesworth, madre di Honoria che mal la sopporta dal tempo dello scandalo che vide protagonista la famiglia Thorne. Miss Aimesworth ora è destinata a sposare proprio l’uomo che un tempo era assai vicino a Rosalind: Lord Casselmain

Qualche giorno dopo la nostra protagonista ha appuntamento con la madrina davanti ad Almack ma, dato il ritardo che la dama sta accumulando, la ragazza entra per cercarla e, insieme al segretario del circolo si recano al piano superiore alla sua ricerca. Mentre l’uomo prosegue nelle sale riunioni delle patronesse, Rosalind non resiste alla curiosità di sbirciare ancora una volta attraverso le porte aperte della famosa sala da ballo. Ma vede qualcosa di strano e, all’arrivo del de segretario, entrambi trovano un uomo in una pozza di sangue proprio in uno dei più esclusivi ambienti londinesi: si tratta di Mr. Jasper Aimesworth, il fratello di Honoria

Poco alla volta Rosalind inizierà a farsi delle domande e sarà coinvolta nella scoperta del colpevole: è stato davvero un incidente o una sciocca scommessa che ha portato Jasper alla morte, come qualcuno vuole far credere? O c’è dell’altro? E se è omicidio il luogo della morte è solo casuale o ha a che fare con le ragioni del delitto?

Sempre più persone sembrano o sapere qualcosa e nasconderlo, o trovarsi dove non dovevano. Miss Throne si muove all’interno di un ambiente con sue ferree regole, ma in cui è difficile capire la verità e, allo stesso tempo, uno scandalo è quanto mai pericoloso. 

Così la protagonista si troverà a indagare su questo delitto destreggiandosi nell’alta società londinese tra un vecchio amore, a cui non è facile resistere, e che sembra tornare pericolosamente vicino ed essere coinvolto nel mistero, e una nuova conoscenza, un investigatore di Bow Street, che nota la particolarità di Rosalind e le sue capacità, e forse anche il suo fascino. Tra attrazione e pericoli, tra balli e non detti, Rosalind indagherà, scoprendo che la sua consueta abilità a osservare le riserverà sorprese, nuovi pericoli e magari rischi per il proprio cuore.  

La mia esperienza:

La lettura scorre piacevolmente, in poche pagine mi sono ritrovata coinvolta nell’indagine e la vicenda mi ha tenuta incollata alle pagine.

É stata la prima volta che mi sono cimentata con un Mistery di ambientazione Regency e ne ero molto curiosa. Apprezzo le trame gialle e l’idea di unirle a queste ambientazioni storiche inglesi mi ispirava molto e non sono rimasta delusa!

Ho trovato la storia ben costruita e ben narrata. Poche pagine e pian piano il mistero prende vita, partendo proprio dal ritrovamento del cadavere di Mr. Aimeswprth. La scrittura è scorrevole, la traduzione rende agevole appassionarsi alla lettura e l’autrice chiarisce alcuni dettagli delle usanze dell’epoca, come il lavoro degli investigatori, senza appesantire la narrazione ma in maniera assai naturale.

Una ricchezza in più della trama è che svela e mostra al lettore parte del retroscena dei circoli londinesi, che spesso rincontriamo tra le pagine dei libri con simile ambientazione, e molti nomi delle Patronesse di Almack che incontriamo tra le pagine sono quelli reali del tempo.

I personaggi sono tratteggiati bene, di Rosalind seguiamo le vicende a partire dallo scandalo che rischia di travolgerla insieme alla madre, conosciamo poi la sua vita successiva, più semplice, di segretaria particolare delle donne del ton londinese: il suo modo di reinventarsi e ripartire. 

La protagonista è una figura interessante, riesce a far fronte alla situazione e si costruisce la  sua seconda vita e seconda occasione. Rosalind è sveglia, risulta un personaggio forte e che sa cavarsela anche accentando e conoscendo le proprie fragilità, ha una rete di amicizie e di aiutanti ben scelti. Inoltre la ragazza, pur comprendendo e mal sopportando alcuni limiti e rigidità delle consuetudini e dell’etichetta a lei coeve ne comprende utilità e possibili crepe, e sa utilizzare entrambe in modo intelligente, senza temere eccessivamente di percorrere strade nuove con umanità.

Sono molto contenta che si tratti di una seria di romanzi, i misteri di Rosalind Thorne, perché dopo questa prima avventura sono ben curiosa di scoprire i prossimi casi che vedranno all’opera la protagonista.

Ho utilizzato l’ebook, il libro è in ambo i formati, e nonostante il buon numero di pagine la mia lettura è proseguita rapidamente e piacevolmente . 

Insomma, una nuova traduzione che anche questa volta Vintage ha avuto ragione a far conoscere ai lettori italiani, che dire? Che posso già mettermi ad aspettare la nuova uscita della serie di Rosalind Thorne!

Un ringraziamento alle compagne di viaggio di questo piacevole BlogTour, e all’organizzatrice Tiziana di The Mad Otter.

Un grande ringraziamento alla casa editrice per la collaborazione e la copia digitale.

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BlogTour in partenza: Una donna fuori dal comune di Darcie Wilde

📯Novità, novità in arrivo! 🎉

A breve partirà un nuovo BlogTour dedicato a Una donna fuori dal comune di Darcie Wilde edito da Vintage editore, per la prima volta in traduzione italiana.

Con le compagne di lettura ci stiamo immergendo in un’atmosfera regency densa di misteri da sbrogliare, se siete curiosi di approfondire questa nuova uscita l’appuntamento è a partire dal 20 febbraio!

A presto!

BlogTour organizzato da @the.mad.otter con @cassandra.lloyd.92 @bookbuchlivrelibro con @cozyreadings_latteebiscotti @silviadc76 @leggoancoradieciminuti @eleonora_delloste @lamoreperilibri

Ringrazio la casa editrice per il coinvolgimento nell’iniziativa e la copia digitale del romanzo!

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Ecco le prime tappe:

  • Chi è Darcie Wilde:
  • La Saga “I misteri di Rosalind Thorne”:

https://sites.google.com/view/librisullealidellimmaginazione/blog-tour-review-party/la-saga-i-misteri-di-rosalind-thorne-di-darcie-wilde?authuser=0

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Letture che fanno gustare ancora un po’ di vacanza

Ormai, in questi giorni molti di noi hanno ripreso le attività lavorative a pieno regime, nonostante le decorazioni ancora sparse per negozi e città, insieme a rilassanti film a tema che, tutt’ora imperversano in tv, complici alcuni canali.
Così, mentre sorprendo qualche pallina dell’albero per casa e non tutti gli scatoloni di Natale sono chiusi (per tacere del fatto che le tazze per il tè in uso a casa mia siano, praticamente, ferme al 26 dicembre per foggia e disegni) condivido con voi le mie impressioni su due novelle natalizie dall’ambientazione regency.


Si tratta di due racconti che hanno rallegrato le mie vacanze, storie ambientate nelle feste, lievi e allegre, adatte per passare alcune ore serene con una tè fumante o (come nel mio caso) per ingannare l’attesa prima di sfornare una teglia.
Vintage editore, che da qualche anno accompagna piacevolmente le mie feste di dicembre e gennaio, propone due nuove traduzioni (in cartaceo e digitale) che sono uscite proprio in occasione del Natale.

Uscite natalizie di Vintage Editore (foto @unlibroinborsa)

La prima è Il Natale del Capitano Kempton di Jayne Davies e tradotta da Anna Maria Corda.

Il Natale del Capitano Kempton di Jayne Davies

Philip Kempton è rientrato in patria e si sta dirigendo verso la casa degli zii, pur non del tutto convinto della bontà di questa sua scelta. Kempton manca da tempo e la tenuta di zia Beth è lo scenario che, anni prima nel corso di una luminosa estate, ha visto sorgere un sentimento tra lui e Anne. Entrambi hanno preso strade diverse, molto. Lady Anna ha sposato un altro uomo mentre Philip era per mare e gli aveva annunciato la scelta per lettera.

Beth ha deciso di ospitare per il periodo natalizio sia il nipote, sia la cara amica Anna.
Così, tra ricordi di quell’estate, i due protagonisti tenteranno di capire cosa provano adesso l’uno per l’altro, mentre partecipano a tutte le tradizioni natalizie e la neve incornicia la residenza.

La domanda è se questo scenario magico permetterà loro di chiarirsi e superare finalmente il passato in qualche modo.
Si tratta di una novella scorrevole, che si legge in poco tempo, adatta al Natale e ai paesaggi innevati. Una storia che esplora la possibilità delle seconde occasioni.

L’autrice introduce qualche leggero tocco di modernità nelle fasi iniziali del racconto che si legge con piacere.

Il secondo libro è Il desiderio di Darcy per Natale di Penelope Swan, anche qui ritroviamo delle nevose atmosfere natalizie per una variazione di Orgoglio e pregiudizio che contiene anche una sorta di prequel, dato che tutto inizia con un Mr. Darcy che, da ragazzino, quasi rischia la vita in mezzo alla neve all’interno della tenuta della zia, la temibile Lady Catherine. Il giovane però viene soccorso da una bambina sveglia e piuttosto vivace. A meno che non la abbia sognata, come dicono tutti.

Il desiderio di Darcy per Natale di Penelope Swan


Diversi anni più tardi, dopo il soggiorno con Bingley nell’Hertfordshire, e in occasione di una vacanza di Natale di Elizabeth Bennet presso i Collins, lei e Darcy si ritrovano dopo il primo incontro narrato dalla Austen. L’atmosfera delle feste, uno strano “caso” su cui indagare e alcune vicende familiari mettono dubbi all’uomo.

In questa cornice festosa potranno mai esserci dei passi di avvicinamento per Lizzie e Mr. Darcy? L’atmosfera magica che si respira a Rosing Park, i ricordi del Natale di qualche anno prima, l’agrifoglio e le decorazioni potrebbero rendere i due più complici o allontanarli del tutto.
Questa novella mi è piaciuta, è delicata ed è, in realtà, una variazione della vicenda austeniana dato che ci sono alcune differenze. Il racconto è leggero, gradevole e rispettoso dei personaggi. È una lieta storia di Natale che trasporta delicatamente i personaggi in un’atmosfera festiva.


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“Wickham” di Karen Aminadra

Eccoci all’appuntamento finale con il Blog Tour di Wickham per parlare un po’ della recente lettura!

Ricordate la coppia Lydia – Wickham in Orgoglio e Pregiudizio

Cosa avete pensato della loro unione e della sua possibile fortuna? Karen Aminadra ci propone una risposta, conducendoci attraverso le alterne vicende dei due nel romanzo Wickham, libro che fa parte della serie “The Pride and prejudice continues“, e che è stato recentemente edito da Vintage editore, dopo aver dato spazio ai titoli Charlotte Collins e Rosings Parks della medesima autrice. 

Possiamo dirlo: molti di noi chiudendo Orgoglio e pregiudizio hanno la quasi certezza che il matrimonio in questione non sia, propriamente, ben assortito viste le premesse su cui si basa, e che sia destinato a una sorte di litigi o indifferenza. Ma vediamo qualche dettaglio. 

Iniziamo con la trama:

La vicenda inizia con la vita dei Wickham dopo il matrimonio che, a seguito del trasferimento del reggimento, si trovano a Scarborough.

L’uomo che ritroviamo non ha perso le vecchie abitudini come il tavolo da gioco e l’attrazione per le ragazze. Ed è spesso insofferente alle pretese di una moglie che non desiderava, se tutto fosse andato secondo i suoi piani originari. Wickham è incostante come la consorte e, spesso, preferisce trascorrere il tempo libero tra i compagni di caserma e la taverna e altre donne. Ma, forse, è anche capace di scoprire nuovi sentimenti di padre. Anche Lydia è insofferente e incostante: trova che la vita matrimoniale non risponda alle proprie aspettative, non apprezza Scarborough e tanto meno si sente trattata in maniera adeguata al proprio rango di figlia di gentiluomo e moglie di ufficiale. A ciò si aggiunge il peso della maternità e l’assenza di confidenti che ritenga alla propria altezza (e importanza). 

Tuttavia qualcosa unisce inspiegabilmente questa strana coppia e non è solo l’arrivo di un bimbo. Ma ecco come cambierà il percorso dei nostri personaggi: poco dopo il parto di Lydia, viene comunicato che il reggimento dovrà partire per la Francia per la guerra contro Napoleone. George, che sta scoprendo la paternità, deve già separarsi da moglie e figlio e propone alla donna di tornare nell’Hertforshire, a casa Bennet, dove la famiglia la potrebbe accogliere a aiutare. Nonostante la difficoltà di staccarsi dal suo bell’ufficiale per l’inquietante ombra della guerra a Lydia la prospettiva di tornare dai genitori appare quasi un sogno. 

Il romanzo segue i personaggi sia a Longbourn, sia in Francia. Nella prima località ritroviamo Kitty, Mary, Mr. Bennet e una Mrs. Bennet sempre più invadente, chiacchierona e che non ha perso l’idea di sistemare le figlie. invece, in Francia, Wickham si avvicina sempre più alla battaglia reale ma questa non sembra essere il solo pericolo da affrontare tra ricognizioni e donne da cercare. I coniugi, pur separati dalla Manica, dovranno ambedue fare i conti con se stessi, con i loro desideri e molti aspetti della vecchia vita. Entrambi vivranno delle avventure, correranno rischi e si troveranno davanti possibili pericoli e ostacoli differenti ma che, tuttavia, potrebbero diventare l’occasione di nuove partenze.

Com’è andata la mia lettura:

Questo libro mi è piaciuto e mi ha incuriosito: sono attratta dallo scoprire “nuovi” futuri – o passati – di alcuni personaggi letterari e, nel caso di Wickham e Lydia, l’elemento di sottile antipatia che veniva dalle pagine della Austen era un incentivo.  Il romanzo, pur essendo abbastanza corposo, si legge agevolmente e la scrittura scorre con piacere e rapidità. Inoltre è stato davvero piacevole ritrovare i personaggi di Orgoglio e pregiudizio e rispondere alla curiosità su due delle più fastidiose figure austeniane.

Ho apprezzato che l’autrice alterni i punti di vista dei due coniugi nella narrazione, facendoci entrare in confidenza con entrambi e vivere il cambiamento con il passaggio da una vita spensierata, sebbene a tratti insoddisfacente, a nuove destinazioni. Tra le pagine ci chiediamo se i protagonisti riusciranno a trovare una loro strada. Il romanzo costruisce una vicenda interessante per la coppia, non forse quella più banale e risolta che – in un angolino della mente potremmo augurarci – ma, anzi, crea avventure e ostacoli che potrebbero evolvere sì in maniera inaspettata ma piuttosto coerente con i nostri personaggi e le loro caratteristiche. 

Una piccola annotazione: Wickham ha una sua conclusione ma, personalmente, ho come l’impressione (piacevole) che Aminadra in questo Proseguimento possa aver posto le basi per altri sviluppi, solleticando molto la curiosità del lettore, magari vicende a cui dedicare un nuovo romanzo. E, nel caso, sarei ancora più curiosa…

Ringrazio la casa editrice per la copia digitale.


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BlogTour “Wickham” di Karen Aminadra

Benvenuti a questa tappa del BlogTour di Wickham edito da Vintage editore, che ringrazio per l’opportunità insieme alla gentilissima Sara Petrolini (del blog Latte&Biscotti Cozyreadings https://latteebiscotti.it/ ) per il coinvolgimento in questa bella iniziativa insieme alle altre lettrici e blogger!

Vi ricordo le altre tappe del BlogTour e l’appuntamento con le recensioni finali. Nella card trovate il calendario!

Il personaggio di Lydia:

Il romanzo Wickham di Karen Aminadra fa parte dei proseguimenti di Orgoglio e pregiudizio e immagina di rispondere alla domanda che, forse, in tanti ci siamo posti nel corso della lettura del romanzo austeniano, o poco dopo averlo concluso: come evolve il matrimonio tra Lydia e George Wickham? 

Nel racconto della Austen la coppia ci appare un po’ sopra le righe, per non dire quasi malassortita, dopo le nozze tardive; con una Mrs. Wickham innamorata ma “Incorreggibile, sfrontata, chiassosa, rumorosa, temeraria” (J. Austen, Orgoglio e pregiudizio, cap. 51). 

Concludendo Orgoglio e pregiudizio lasciamo una Lydia poco prudente e accorta, impetuosa e – come evidenziano anche alcuni approfondimenti – quasi un’incarnazione della vitalità prorompente e senza filtri.

Il personaggio della Austen…

“[…] Per Kitty e Lydia, poi, soltanto la prospettiva di un ballo al martedì poteva rendere sopportabili un venerdì, un sabato, una domenica e un lunedì come quelli”.

(J. Austen, Orgoglio e pregiudizio, cap. 17)

Abbiamo conosciuto e ricordiamo una sedicenne sorella Bennet esuberante – caratteristica che per Lizzie sarebbe stato bene frenare – e scomposta, che afferma ridendo come le piacerebbe sposarsi prima delle altre, o mentre dichiara teatralmente la profonda desolazione di un’estate senza il reggimento. Ma, soprattutto, una Lydia che ama farsi ammirare nella sua giovanile bellezza. 

…E quello di Aminadra.

Ritroviamo questi aspetti del personaggio nelle prime pagine della Aminadra: una Mrs Wickham trasferita al seguito del marito a Scarborough, non certo una località che lei apprezzi molto.

Lydia soffre della scarsa considerazione che le viene accordata, della situazione economica non agiata – soprattutto, pensa, in confronto a quella delle sorelle -, ed è all’inizio del proprio percorso di moglie e madre. 

E’ interessante osservare come l’autrice contemporanea ci faccia intuire il lento formarsi della giovane, pur nella sia immaturità e incostanza. 

Una ragazza che dovrebbe teoricamente essere una moglie posata ma così non è, che ama troppo la vita mondana e desidera ancora balli e ricevimenti, come prima del matrimonio. 

“Wickham non era un marito perfetto, come lei sapeva di non rappresentare certo l’ideale della moglie perfetta, ma lo amava profondamente e con tutto il cuore. E adesso, per la prima volta da quando si erano sposati, stavano per separarsi […] mentre era lì seduta con il loro unico figlio tra le braccia, sentiva addosso tutto il peso della sua partenza”.

(K. Aminadra, Wickham, cap. 7)

Quella che emerge dai pensieri di Lydia, poco prima della separazione da George per la guerra contro Napoleone, è una coppia in cerca di un equilibrio, che chissà se raggiungerà. E il passaggio della sorella Bennet da neo-sposa – Mrs Wickham -, a moglie e neomamma lontana dagli affetti dell’Hertforshire.

“Quella separazione avrebbe portato dei cambiamenti in uno dei due? Il tempo avrebbe cose usato la sua bacchetta magica su di loro? Scosse la testa. Ne dubitava parecchio”.

(K. Aminadra, Wickham, cap. 10)

Un soggiorno presso i genitori che potrebbe essere una boccata d’aria per la ragazza, una piccola sospensione da essere Mrs Wickham e una madre: un’immersione nella sua vita di un tempo forse più complessa di quanto avrebbe mai ipotizzato. 

Lydia, in fondo, nonostante la nuova posizione deve fare i conti con il suo amore per la mondanità, l’incredibile e inevitabile attrazione per la sua vecchia vita da ragazza, per il piacere di affascinare, divertisci e flirtare liberamente, forse anche a scapito degli affetti, come era accaduto con la sua fuga.

Incontriamo una giovane donna che cerca il suo spazio in maniera ancora immatura, talvolta preda delle forti emozioni (degna eredità di Mrs Bennet!), che alterna con buoni propositi e con punte di infatuazione.


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La vedova riluttante

Georegtte Heyer, La vedova riluttante

Sarà la stagione primaverile, che mi mette voglia di libri d’altri tempi e che invitano a rilassarsi, così ecco il racconto di una delle ultime letture: La vedova riluttante di Georgette Heyer edita da Astoria.

Un po’ di trama. Sul far della sera la giovane Elinor giunge finalmente alla meta del suo lungo e scomodo viaggio: il suo nuovo incarico come governante. Inaspettatamente, l’accoglienza è migliore del previsto, almeno per i primi minuti: addirittura una carrozza e un tratto di strada a riparo dagli spifferi, con tanto di soffice coperta sul sedile. Tuttavia la speranza potrebbe durare poco, perché l’atrio in cui viene introdotta ha, invece, un aspetto un poco più trascurato. Se poi il padrone di casa sembra presentarle i bambini come quasi “irrecuperabili” la ragazza inizia ad avere dei dubbi… Ma la nostra protagonista non ha intenzione di farsi spaventare, anzi, di certo non dopo che, venuta meno la sua posizione in società, deve darsi da fare per il proprio mantenimento. Così, tra un equivoco e l’altro, Elinor si trova in una sera (e alcune pagine) davanti a una proposta di matrimonio che la renderà, come dal titolo, vedova nel giro di poche ore ma, in compenso, la inserirà in una famiglia e la lascerà erede di una tenuta (e si spera non di soli debiti). E, al contempo, pare porla anche al centro di intrighi e – chissà – una storia di spionaggio dai contorni oscuri.

La Heyer per me è sempre una lettura adatta a riappacificarsi con il mondo, a vederlo in tinte fiduciose e rosee, oltre che essere adeguata allo svago, a un sorriso arguto e, in questo caso, a un pizzico di mistero. Un romanzo confortevole, con una scrittura piacevole che qui si arricchisce di una sfumatura di giallo per un’indagine che si dipana tra le pagine. Se proprio vogliamo trovare un (ironico) difetto a questo libro – che mi è apparso un po’ differente dalla consueta e conosciuta autrice – è che avrei allungato un po’ le pagine risolutive degli eventi. O magari sono io che la leggerei più a lungo!

#unlibroinborsa

Incipit de La vedova riluttante (foto @unlibroinborsa).

"Derivati letterari" · ebook · Inghilterra · Libri salvalettura · Mini recensioni · Mistero · Regency · Romanzo · S.M. Klassen · Vintage editore

S.M. Klassen, Un’insolita Mary.

Variazioni austeniane.

S.M. Klassen, Un’insolita Mary, Vintage editore (foto @unlibroinborsa).

Da lettrice particolarmente affezionata ad alcuni autori e romanzi ho scoperto che mi piace, talvolta, immaginare un passato – o futuro, o altre vicendedei personaggi “di carta” più amati. E’ una sorta di divertimento, da prendere con leggerezza. Con leggerezza soprattutto quando, come accade spesso, per soddisfare questo desiderio mi “affido” a quei titoli che tentano di rispondere alla domanda e che, nei casi più fortunati, ci permettono di continuare a gustare quel bel volume ormai concluso.

Non nego di essere spesso combattuta al momento della – a lungo meditata – scelta ma, fino ad ora, è valsa la lettura. Certo, a volte mi è capitato che la curiosità non fosse soddisfatta pienamente, o che il racconto fosse troppo corto, altre volte mi sono imbattuta in versioni credibili che – nella mia mente – sono quasi diventate una parte della (possibile) storia del personaggio.

Ci sono tuttavia casi, e soprattutto autori, di cui siamo così fortunati da trovare una potenziale sovrabbondanza di testi e avere il privilegio di “scegliere” tra le versioni possibili e alternative quella più nelle nostre corde. Certamente in questa sovrabbondanza è bene orientarsi con attenzione e prediligo scegliere narrazioni affini al periodo di scrittura originaria.

Una delle autrici che da molto, probabilmente da già dai primi del Novecento – se non prima – ha avuto la fortuna di godere di diverse derivazioni è Jane Austen.

Ricordo uno dei primi romanzi del genere che lessi anni fa Vecchi amici e nuovi amori, dove l’autrice Sybill G. Brinton ipotizzava cosa fosse accaduto oltre il finale di diverse opere austeniane, come suggerisce il titolo, ed era stato scritto nel 1913.

Talvolta sugli scaffali delle librerie effettivamente ritroviamo ciclicamente un paio di libri che provano a riprendere i personaggi della Austen che sono forse i più “immaginati” o “ri-raccontati” in nuovi scenari almeno una volta l’anno, in modo più o meno calzante.

Recentemente mi ha incuriosita una delle collane della Vintage Editore intitolata proprio Variazioni in cui sono raccolti diversi romanzi che rispondono alla mia curiosità, non solo in campo austeniano!

Che succederà mai a quel personaggio una volta che lo salutiamo con l’ultima pagina del libro?

Ho approcciato la collana Variazioni con Un’insolita Mary di S.M. Klassen, proprio in uno di quei momenti consacrati a uno ‘svago a tema Austen’. Insomma mi sono dedicata a questa variazione, che prima avrei banalmente definito un “derivato austeniano”, con un’etichetta che perdeva fascino rispetto a quella attuale.

La trama in breve:

È una verità poco nota […] che alcune giovani donne possano non desiderare affatto un marito.

S.M. Klassen, Un’insolita Mary

Una volta che all’interno della famiglia Bennet Elizabeth e Jane si sono sposate sembra che la preoccupazioni di Mrs. Bennet siano meno pressanti e, così, Mary si sente in breve libera di mostrarsi diversa. Smette i panni della ragazza un po’ pedante e dimessa, fino a dichiarare apertamente ai genitori che ha intenzione di non sposarsi.

Elizabeth, informata per lettera della stravaganza decide, con Mr. Darcy, di invitare a Pemberly la sorella. In questa splendida cornice Mary e Georgiana stringeranno un forte legame di amicizia, e la prima fiorirà grazie a questo e alle possibilità e stimoli culturali offerti dal soggiorno.

Tra un ballo e un viaggio in carrozza però potrebbe nascondersi qualcosa, infatti come direbbe Jane Austen “Ma quando una giovinetta è destinata a diventare un’eroina, nemmeno la perfidia di quaranta famiglie nei dintorni riesce a impedirlo. Qualcosa deve accadere, e accadrà, per mettere un eroe sulla sua strada” (J. Austen, L’abbazia di Northanger, capitolo I, traduzione G. Ierolli, tratta da https://www.jausten.it/jarcna01.html ).

La cosa che mi ha sorpresa, e che a una mia prima distratta lettura delle sinossi mi era sfuggita, è la svolta gotica e avventurosa che, ad un certo punto vivacizza la narrazione (che non dettaglio per evitare di anticipare troppo). Dopo lo stupore però ho notato che il tenore del racconto riprende alcuni aspetti delle opere delle opere del tempo e della Austen, giocando con leggerezza con questi elementi e regalando un’occasione particolare e inaspettata anche alla nostra Mary.

L’unica osservazione, forse figlia del fatto che la lettura è gradevole e scorrevole, è che mi sarebbe piaciuto che le pagine dedicate al cambiamento iniziale di Mary fossero di più, in modo da gustarne gli effetti su chi le è accanto mentre mi è parso un po’ troppo repentino ma, d’altronde, era anche necessario che la trama entrasse nel vivo.

ebook · Inghilterra · Jayne Davis · Libri salvalettura · Mini recensioni · Regency · Romanzo · Ultime letture · Vintage editore

Esperimento di lettura Regency.

Jayne Davis, Per l’uno e per l’altra.

Jayne Davis, Per l’uno per l’altra, Vintage editore (foto @unlibroinborsa).

Nei mesi invernali ho cercato alcuni libri che mi permettessero di staccare un po’ dagli impegni, avessero un tocco del passato, un pizzico – o anche più – di Inghilterra, una spolverata – solo una spolverata – di rosa, e non fossero eccessivamente impegnativi o lunghi. Insomma avevo bisogno di un libro salvalettura, leggero e quello che alcuni chiamano guilty pleasure.

La lettura confortevole, e in parte un esperimento per me – se non altro uscendo dalla comfort zone di Georgette Heyer per titoli appartenenti al genere – è stato: Jayne Davis, Per l’uno per l’altra (Vintage Editore).

Naturalmente il romanzo è diverso dalla grande maestra del genere ma è davvero piacevole, si legge facilmente e le pagine scorrono una dopo l’altra. Vi troviamo un po’ di romanticismo (e senza scene che indulgano a un’eccessiva intimità che, personalmente, non apprezzo in un romanzo ambientato in epoca regency), paesaggi inglesi e figure ben tratteggiate. La scrittura è scorrevole e delicata.

Un po’ di trama:

Costance, detta Connie, e Will sono i protagonisti. Lei, figlia di un padre che non se ne cura particolarmente e in ristrettezze economiche, viene obbligata alle nozze con un giovane, che non conosce: Will. Il ragazzo negli ultimi anni ha condotto una vita turbolenta, è in forte disaccordo con il padre ed è appena uscito, perfino, da un duello. Due degli amici dei protagonisti, con delicatezza, propongo – separatamente – ad ognuno degli sposi di vedere la situazione come un’opportunità: Connie potrà liberarsi dalla soffocante casa paterna e dirigerne una nuova, e poi è probabile che anche il marito non abbia avuto molta scelta. Anche a Will viene suggerito che non è affatto detto che sia stato l’unico costretto ad accettare.

Al termine del matrimonio i due sposi decidono di darsi tempo per conoscersi: in fondo si sono visti solo in chiesa. Il trasferimento nella nuova dimora nel Devonshire è abbastanza piacevole, una volta superata la diffidenza e l’imbarazzo della situazione di scarsa confidenza. Inoltre la località è ricca di paesaggi pittoreschi, molto bella e vicino al mare, finora qualcosa di sconosciuto per la ragazza.

A poco a poco conosciamo gli abitanti del luogo e i lavoratori. E, all’inizio, sembra esserci un controllo paterno su Will tramite il personale di servizio. Tuttavia, oltre a un territorio affascinante, i due giovani sono in una zona dove, da sempre, è attivo il contrabbando e alcuni particolari mettono ai nostri protagonisti il dubbio che pure qualcuno della casa sia coinvolto. E poco alla volta al villaggio sembra che la situazione sia ben più grave e pesante di quanto non appaia ad una prima occhiata.
Con il passare delle settimane il tempo che ai protagonisti serve per conoscersi inizia a essere piacevole, è bello trascorrerlo insieme con gite e posti nuovi da visitare. Ma dopo un po’ comincia una strana indagine nascosta per capire di più del contrabbando. Tanto più che si verificano un paio di strani “incidenti”.

Qualche impressione:

Il romanzo è interessante e si legge davvero molto bene, tanto più grazie al piccolo risvolto “giallo”, che vivacizza la trama e che fa da sfondo alla reciproca conoscenza dei due protagonisti. Connie e Will passano lentamente dalla timidezza, alla conoscenza alla stima fino a qualcosa di più. I rischi fungono da buon catalizzatore della crescita personale di entrambi e della loro relazione. Will partirà dal desiderio di rischiare senza far troppo caso a se stesso, fino ad arrivare a porre l’attenzione al fatto che non rischia solo lui, ma anche la moglie e chi è legato a lui nella casa.
In conclusione per me il libro è stato una piacevole lettura, che svaga portandoci nell’Inghilterra del passato; un romanzo che scorre via bene, e che regala delle ore in buona compagnia.

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Julia Somerford

Leggerezza: Julia Somerford di Karen Aminadra.

Karen Aminadra, Julia Somerford, Vintage Editore (foto @unlibroinborsa).

Qualche riga per parlare di un libro leggero, adatto ad un momento di svago e che rientra nella mia (amata) categoria di Libro SalvaLettura o “SvuotaTesta”: qualcosa di bello, non troppo denso e che regali un po’ di gioia, che mi prenda con la narrazione e sia piacevolmente leggero. Quello che si vorrebbe aprire in un momento consacrato ad una pausa piacevole e sì, non troppo lungo.

Tempo fa ho letto Julia Somerford di Karen Aminadra, pubblicato da Vintage Editore. Lo confesso, ero un po’ incuriosita, un po’ timorosa di leggere qualcosa che si allontanasse troppo da Georgette Heyer che con le sue pagine storiche rende sempre il mondo un posto elegante e ironico (e rosato).

La lettura di Julia Somerford scorre veloce e fluida, è adatta a essere affrontata in poche ore, anche in un solo pomeriggio; oppure a diluirsi in un po’ di micro pause. Il libro è piacevole, gradevole e ci trasporta per qualche ora lontano: in Inghilterra.

È stato un acquisto-esperimento – dato che testi più recenti non sono solitamente nelle mie corde per svolgimento e stile – anche dovuto all’assenza di un titolo della Heyer a portata di mano e sperando che l’autrice avesse qualcosa del suo modo raccontare. L’esperimento è riuscito! Certo, non è la cara Georgette, ma la vicenda mi ha incuriosita, pur essendo davvero una lettura rapida e non eccedendo in descrizioni lunghe.

Poi un romanzo che inizia in una cioccolateria si presta ad essere gustato, anche con un tempo piovoso, in compagnia di tazze e teiere fumanti.

Annotazioni a margine: la forma di questa prima edizione è particolare ma piuttosto pratica (da borsa, appunto). (Inoltre, è stato il primo romanzo che ho acquistato dalla casa editrice Vintage, da allora alleata di piacevoli momenti di relax).

La trama in breve:

Inghilterra. La giovane Julia trascorre molto tempo in una cioccolateria di Bath mentre attende il padre. Per fortuna i proprietari del locale sono così gentili con lei che, ormai lo ha capito, ha ben poche sostanze su cui contare, dopo la morte della madre. La ragazza ignora, però, che al piano superiore il padre si sta a poco a poco rovinando al tavolo da gioco. Rovinando a tal punto da non poter rifiutare la proposta di puntare la mano della figlia in un’ultima partita a carte. In tal modo l’uomo diviene la ragione di un matrimonio vinto a carte e il futuro marito appare un personaggio poco raccomandabile… O no?

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Incontri inaspettati: Georgette Heyer, Il dandy della reggenza.

Gerogette Heyer, Il dandy della reggenza, Astoria editore (foto @unlibroinborsa).

Verso la fine del primo periodo di lockdown diedi una possibilità a un libro un po’ più leggero e che rimandavo da tempo. Pensai potesse essere una buona soluzione, un pizzico di leggerezza, così, grazie a qualche brano letto e condiviso e a vecchi appunti su cosa leggere prima o poi mi sono soffermata su un’autrice che finora avevo considerato assai poco: Georgette Heyer.

Incontrai la, ormai, cara Georgette con un romanzo considerato il suo “classico da cui partire”, sebbene inizialmente fossi un poco titubante ma incuriosita: Il dandy della reggenza.

Insomma: l’ambientazione e qualche riferimento alla Austen non si poteva non considerare una buona presentazione! “Qualità così amabili si raccomandano da sole“, direbbe appunto Qualcuna.

Ed è stata una buona idea. Sì, i primi passi – pardon, pagine – avevano qualche punto che mi ha rallentata un po’, ma ho trovato nella Heyer una scrittrice da approfondire! E che da allora ben “funziona” come libro rifugio e allentatensione.

G. Heyer, Il dandy della reggenza (foto @unlibroinborsa).

Il dandy della reggenza: trama.

La vicenda inizia con alcuni equivoci: Peregrine e Judith Taverner hanno da poco perso il padre e, dato che non hanno ancora raggiunto la maggiore età sono stati affidati ad un tutore, per volere del defunto genitore. Tuttavia, l’uomo nel testamento nominò per l’incombenza il quinto conte di Worth, che non è l’anziano signore i i due fratelli credono. Si arriva nelle prime pagine alla scoperta di un tutore che appare ai due giovani piuttosto scomodo. E inaspettato. Il conte, infatti, è noto come uno dei più rinomati dandy di Londra, all’apparenza tutto tranne che l’ideale è anziano tutore che i Taverner si aspettano.

Ma ora cosa riserverà l’esplorazione della società a Peregrine ma, soprattutto, a Judith? Perché, poco alla volta, sembra che il ragazzo sia protagonista di episodi preoccupanti o bizzarri.

Lettura consigliata, con quel gusto che ricorda Jane Austen, ma abbastanza diversa, arguta e ironica e con una pennellata di ironia e di rosa che fa guardare il mondo con un sorriso in più.

Adatto anche a pause caotiche… (foto di @unlibroinborsa).