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Caro nemico di Jean Webster

Qualche mia impressione su Caro nemico di Jean Webster a cura di Enrico De Luca e Miriam Chiaromonte per la Caravaggio Editore.

Il libro è una sorta di “seguito” di Papà Gambalunga della stessa autrice, che in questa occasione riesce quasi a superarsi. In Caro nemico ritroviamo alcuni personaggi già incontrati nel romanzo precedente, forse il più noto al pubblico della Webster.

Per entrambe i titoli si tratta di un romanzo epistolare.

Ecco un breve cenno alla trama: Sallie accetta di gestire per breve tempo l’orfanotrofio John Grier, all’apparenza solo per fare un favore all’amica Judy (eccola!) che ne è una benefattrice, oltre che destinataria di una buona parte delle lettere. Il compito sembra più arduo del previsto, se ci aggiungiamo i rapporti con il dottore dell’istituto, Robin McRae, denominato, appunto, nelle lettere a lui indirizzate “caro nemico”.

Sallie afferma più volte di non essere affatto portata per quel lavoro, forse tenderebbe più a ipotesi matrimoniali con il giovane Gordon, si percepisce inadatta ma, in fondo, non ha messo in conto un “centinaio di orfani“, all’inizio tristemente vestiti e piuttosto vivaci, che le stanno entrando pericolosamente nel cuore.

Jean Webster, Caro nemico, Caravaggio editore (foto @unlibroinborsa).

Come è stato osservato si tratta, effettivamente, di un testo con lettere più “mature” rispetto a Papà Gambalunga, in cui fanno capolino aspetti educativi interessanti, ad esempio la responsabilizzazione dei ragazzini di cui Sallie si occupa, accanto ad altri più legati al tempo in cui fu scritta l’opera.

Una vecchia edizione di Jean Webster, Caro nemico, Fratelli Fabbri editori (foto @unlibroinborsa).

Un romanzo bello, piacevole, che ci fa sorridere e riflettere e che viene presentato in questa edizione con le illustrazioni dell’autrice, e in una nuova traduzione.

Leggendo il libro emergono anche confronti con altri classici, penso ad esempio a un paragone, forse scontato, con Jane Eyre.